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Fondata nel 1963 da François Pinault, e attualmente gestita da suo nipote François-Henri Pinault, Kering è una delle più influenti holding specializzate nel retail e nella distribuzione di beni di lusso di Francia.
Dapprima conosciuto come PPR (acronimo di Pinault-Printemps-Redoute), il gruppo ha deciso di mutare il suo nome in Kering nel 2013, quale specchio di una nuova identità corporate. Kering si pronuncia “caring” e simboleggia il modo in cui il gruppo nutre e si prende cura dei brand in portfolio, dei suoi dipendenti e dei suoi consumatori.
Kering ha chiuso il 2015 con un fatturato di 11,584 miliardi di euro (in rialzo del +15,4% rispetto al 2014) e un margine operativo da attività ricorrenti di 1,65 miliardi di euro.
Il board dei direttori di Kering
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Kering Luxury group
Con un fatturato di 7,865 miliardi di euro (dato aggiornato al 31 dicembre 2015), la business unit del lusso include alcuni dei marchi di abbigliamento più prestigiosi a livello mondiale, tra cui Gucci, Bottega Veneta, Yves Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen e Stella McCartney.
Il luxury group segue principalmente due linee guida: da un lato, ampliare costantemente fatturato e profitti; dall’altro assicurarsi che ogni brand venga posizionato sullo specifico segmento di mercato e all’interno della relativa categoria di prodotto. La responsabilità del design di ogni singolo brand, del marketing e delle attività operative è affidata alla discrezione dei singoli CEO, che hanno tuttavia l’obbligo di attenersi alle linee guida del Gruppo.
Il 2015 è stato un anno di profonda trasformazione per Kering, che ha deciso di puntare sulla massima crescita dei brand in portfolio. Quella di Kering è una strategia multi-brand, che punta a preservare ed affermare l’identità di ogni singolo marchio riuscendo a creare nel complesso un sistema coerente in cui ogni brand è complemento dell’altro.
Gli obiettivi perseguiti da Kering nel 2015 sono stati:
- lanciare nuove categorie di prodotto;
- migliorare le performance di vendita;
- fortificare i canali di distribuzione focalizzando l’attenzione sullo sviluppo dell’e-commerce;
- ampliare il proprio portfolio e incrementare la comunicazione digital rivolgendosi ai nuovi consumatori del lusso, i Millennials.
Il motto di Kering è “Empowering Imagination”.
I brand in portafoglio a Kering
Gucci
Il brand trainante della Luxury Division del gruppo Kering è Gucci. Fondato a Firenze nel 1921, Gucci è uno dei marchi di lusso più apprezzati e ambiti al mondo per via dell’alta qualità dei suoi prodotti, in particolare accessori moda, calzature, abbigliamento ready-to-wear, articoli in seta, orologi e gioielli (occhiali e profumi sono prodotti e distribuiti tramite licenze).
Con un fatturato di 3,898 miliardi di euro nel 2015, un margine operativo da attività ricorrenti pari a 1,032 miliardi di euro, 525 negozi dislocati in tutto il mondo (gestiti direttamente) e i suoi 10.570 dipendenti, Gucci garantisce la massima qualità dei suoi prodotti attraverso una rigorosa gestione della catena del valore. Il brand impiega i migliori materiali e le più moderne tecniche di produzione e si avvale esclusivamente del supporto di partner selezionati per portare avanti processi produttivi costantemente monitorati grazie ad una vasta attività di market intelligence. Grazie a tutto questo, oltre che a strategie comunicative basate su collezioni esclusive, campagne pubblicitarie eleganti, relazioni coi media e col pubblico, eventi speciali, negozi e vetrine, Gucci è in grado di tenere salda la propria posizione di leadership sul mercato e di difendere l’immagine di produttore di beni di lusso.
Il 2015 è stato un anno di cambiamento per Gucci, che ha completamente ripensato la sua visione del lusso. Grazie al nuovo Presidente e CEO Marco Bizzarri e al nuovo Direttore Creativo Alessandro Michele, Gucci ha saputo preservare la propria esclusività mettendosi in gioco, senza mai perdere di vista il richiamo del Made in Italy, irresistibile per i consumatori.
Una delle più importanti innovazioni del 2015 è stata disporre la presenza in store, con una tempistica di ben due mesi di anticipo rispetto ai tempi standard, della collezione Cruise 2016. Alessandro Michele ha introdotto nuove linee che si sono sapientemente affancate a quelle continuative: la Dyonisus, ad esempio, lanciata nella stagione Autunno/Inverno 2015-2016, è già diventata una it-bag.
Risale ad ottobre 2015 il restyling della piattaforma Gucci.com per Australia e Stati Uniti. L’e-commerce è uno dei punti di forza di Gucci, che con il suo sito web ha saputo attirare 100 milioni di visitatori in un anno.
Bottega Veneta
Dal 1966, Bottega Veneta offre alla sua clientela alta qualità, esclusività e lusso, attraverso la produzione di accessori moda, abbigliamento, calzature, gioielli, arredi e accessori. Il brand ha chiuso il 2015 con un fatturato di € 1,286 miliardi di euro, un margine operativo da attività ricorrenti pari a € 375 milioni, 3.401 dipendenti e 251 punti vendita a gestione diretta.
La caratteristica lavorazione intrecciata, segno distintivo che contraddistingue l’intera gamma dei suoi prodotti, è riconosciuta in tutto il mondo come garanzia di alta qualità. Primo marchio ad aver lanciato la borsa “decostruita” (opposta alla tradizionale borsetta rigida), Bottega Veneta prosegue la sua tradizione innovativa proponendo prodotti originali eppure sempre classici, caratterizzati da un’eleganza senza tempo come la celebre borsa “Knot”. Molto famosa anche la Cabbat bag, che nella sua versione più esclusiva giunge a toccare un costo in negozio di circa € 58.000.
Scopri com eviene realizzata la Cabbat bag.
Sotto la direzione creativa di Tomas Maier e la business leadership di Alberto Beretta, approdato al gruppo Kering in gennaio 2015, Bottega Veneta ha consolidato la sua posizione nei mercati emergenti, apportando migliorie al proprio network di distribuzione. Durante lo scorso anno, ad esempio, è stata ampliata la boutique di Harbour City ad Hong Kong.
Da gennaio 2015 Bottega Veneta ha avviato, inoltre, una partnership con l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) dando vita alla Scuola dei Maestri Pellettieri di Bottega Veneta, con sede a Montebello Vicentino. Lo scopo è quello di formare, con un corso post-laurea di tre mesi, nuovi talenti specializzati nel design di borse ed accessori e, ovviamente, nello sviluppo e la divulgazione della tradizione artigianale italiana.
Bottega Veneta ha anche compiuto i suoi primi passi nel digitale, sviluppando il nuovo sito web per mobile e abbracciando l’utilizzo di WeChat. Per il 2016 è previsto il lancio di nuovi progetti digital firmati Bottega Veneta.
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Yves Saint Laurent
Fondata nel 1961, la maison rappresenta l’epitome del prestigio e della creatività. Abbigliamento, accessori moda, calzature e gioielli costituiscono la sua pregiata produzione. Yves Saint Laurent ha chiuso il 2015 con un fatturato di € 974 milioni di euro e un margine operativo da attività ricorrenti pari a € 169 milioni; l’azienda conta 1.943 dipendenti e 142 punti vendita a gestione diretta, compresi diversi flagship store a Parigi, New York, Londra, Milano, Hong Kong e Beverly Hills.
Il marchio ha fortemente influenzato l’industria dell’abbigliamento nel corso della sua storia. Alcuni capi di Saint Laurent sono diventate vere e proprie icone nel mondo della moda quali il tuxedo, il pantsuit (completo giacca-pantalone), la giacca safari e il trench coat. Nel 1966 ha fatto storia la collezione “Rive Gauche”, la prima a proporre il moderno ready-to-wear al grande pubblico.
Il 2015, sotto la direzione creativa di Hedi Slimane, è stato un anno importante specialmente per il mercato giapponese. Lo scorso dicembre Saint Laurent ha inaugurato la boutique più estesa di Tokyio, con location Omotesando. Un ruolo chiave per l’affermazione del brand a livello internazionale e lo sviluppo dell’e-commerce è stato giocato dal sito web del brand, ad oggi raggiungibile da oltre 60 paesi.
Altri brand della Luxury Division di Kering
Gli introiti derivati dall’operato degli altri brand appartenenti al ramo della Luxury Division di Kering ammontano a 1,708 miliardi di euro (dato aggiornato al 31 dicembre 2015). Con un margine operativo da attività ricorrenti di 133 milioni di euro, 5.622 dipendenti e 346 punti vendita a gestione diretta, Balenciaga, Boucheron, Alexander McQueen, Brioni, Christopher Kane, Stella McCartney, Girard Perregaux, Jean Richard, Pomellato, Dodo, Qeelin e Ulysse Nardin hanno contribuito in positivo al processo di sviluppo e rinnovamento del gruppo nel corso del 2015.
Da registrare, nel complesso dei ricavi, una leggera contrazione per quel che compete il mercato degli orologi, di conseguenza ad una leggera inflessione in negativo delle vendite del settore a livello globale.
Balenciaga
L’eccezionale visione, la perfezione tecnica e il design innovativo che caratterizzano The House of Balenciaga, hanno influenzato diffusamente l’industria dell’abbigliamento, in particolare nei settori uomo-donna, delle calzature e delle borse. Fondata nel 1919 dal designer Cristóbal Balenciaga e sorta a Parigi nel 1936, la casa deve gran parte del suo successo commerciale al designer Nicolas Ghesquière, entrato a far parte dell’azienda nel 1995 e diventato presto oggetto dell’attenzione dei media grazie al suo stile fresco e giovanile. Nel 2015 la Direzione Artistica del brand è stata affidata a Demna Gvasalia. Balenciaga ha chiuso il 2015 con un aumento del 10% del suo fatturato rispetto all’anno precedente.
Boucheron
Sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1858, Boucheron offre il non plus ultra per quel che riguarda gioielli preziosi, orologi e profumi di lusso. La vendita avviene nello storico flagship store in Place Vendôme a Parigi, e in negozi a gestione diretta, franchisee, department store, boutique multimarca e il proprio sito eCommerce. Sempre all’avanguardia nel proporre nuove tendenze e sperimentare tecniche innovative, Boucheron ha introdotto prodotti e stili che hanno fatto storia come ad esempio i primi cinturini per orologio intercambiabili. Tra i prodotti di gioielleria più venduti rientrano quelli della collezione Quattre e Serpent Bohème. Nel 2015 è stata inaugurata la prima boutique Boucheron in Arabia Saudita e dallo scorso settembre Hélèn Poulit-Duquesne è stata nominata nuovo CEO del brand.
Alexander McQueen
Noto per l’eccentrica creatività dei suoi prodotti nei settori ready-to-wear, calzature e accessori moda, prima della sua morte inaspettata, Alexander McQueen ha senza dubbio esercitato grande influenza sul mondo dell’abbigliamento. Guidato oggi da Sarah Burton, che per anni ha lavorato con lui, grazie alla forte presenza sui media e a una linea di accessori in costante espansione, il marchio Alexander McQueen è riuscito a guadagnare una solida crescita delle vendite e un alto riconoscimento del proprio brand. Sono stati aperti nel 2015 12 nuovi store e il marchio è ad oggi distribuito in oltre 50 paesi.
Stella McCartney
Creato nel 2001, è un marchio giovane e moderno, straordinariamente piazzato sul mercato, rivolto a un pubblico femminile, e dedicato alla produzione di abbigliamento ready-to-wear, calzature e borse ecologiche, perfettamente in linea con il valore di sostenibilità molto caro al gruppo Kering. Allo scopo di diffondere il marchio e di rafforzare la propria immagine lifestyle, Stella McCartney si è servita di partnership e licenze strategiche, come per esempio quella con YSL Beauté, con cui ha ideato il suo primo profumo (“Stella”), o quella con Adidas, con cui ha creato un’elegante linea di abbigliamento sportivo che viene oggi distribuita nei negozi Adidas. Alla fine del 2015 il brand contava ben 35 punti vendita a gestione diretta ed è prevista per il 2016 un’ulteriore espansione della rete di distribuzione, specialmente in Cina e negli altri paesi asiatici.
Brioni
Fondata nel 1945 da Nazareno Fonticoli (professione sarto) e Gaetano Savini (public relation man), l’azienda di Penne, in provincia di Pescara, è una delle più rinomate case di moda maschile al mondo. Brioni si è confermato anche nel 2015 il marchio di alta sartoria più richiesto dal mercato americano. Oggi sono 46 le boutique a gestione diretta del brand.
Christopher Kane
Fondato nel 2006 dall’omonimo designer, il brand è stato acquisito per il 51% dal gruppo Kering nel 2013. Christopher Kane opera principalmente nel settore del ready-to-wear femminile, ma sta di recente ampliando anche la linea maschile e quella degli accessori. Le collezioni di Christopher Kane sono distribuite attualmente in oltre 30 paesi.
Girard-Perregaux, Ulysse Nardin e Jean Richard
Tre realtà di eccellenza che si occupano della produzione di orologi di lusso. Nonostante il 2015 si sia rivelato un anno piuttosto difficile per il settore dell’orologeria, i tre brand del gruppo Kering continuano a rivestire un ruolo di prim’ordine in questo scenario. Lo dimostra il successo riscosso nello scorso anno dall’innovativo modello Anchor Tourbillon firmato da Ulysse Nardin, con uno scappamento a forza costante interamente realizzato in silicio in grado di offrire una precisione cronometrica estrema. Da veri intenditori.
Pomellato e Dodo
Pomellato nasce a Milano nel 1967 ed è stato il primo brand a introdurre il concetto di prêt-à-porter rapportato al mondo dei gioielli. La collezione Nudo, che racchiude la vera essenza del marchio, celebrerà il suo 15esimo anniversario nel 2016. Pomellato conta 40 negozi a gestione diretta ed è distribuito in oltre 500 punti vendita wholesale. Dodo, invece, ha visto la luce nel 1995 e sua è stata la prima linea di gioielli a combinare la funzionalità decorativa al concept del gioiello come espressione di un messaggio. Nel 2015 il brand ha introdotto nuovi colori per i suoi gioielli e una capsule di orologi femminili per il Natale. Dodo è distribuito in 400 punti vendita partner, 19 boutique a gestione diretta e 13 boutique franchise.
Qeelin
Acquisito dal gruppo Kering nel 2012, Qeelin è un brand di gioielleria di ispirazione orientale ricco di simbolismo. Il marchio si ispira all’animale mitologico cinese “Qilin”, emblema di amore e protezione, ed è distribuito in 21 negozi (di cui 14 a gestione diretta). Nel 2015 Qeelin ha commissionato alla famosa fotografa cinese Chen Man la sua campagna di punta.
Kering Sport & Lifestyle Division
Con un introito pari a 3,683 milardi di euro nel 2015, la division Sport & Lifestyle del gruppo Kering ha registrato un rialzo del 13,5% rispetto all’anno precedente. L’unico cambiamento strutturale che ha caratterizzato il 2015 è stata la vendita del brand Tretorn. Il 41,3% dei ricavi complessivi deriva dal footswear.
Puma Group
Fondato nel 1946, il marchio tedesco Puma ha chiuso il 2015 con un fatturato di € 3,404 miliardi di euro e un margine operativo da attività ricorrenti pari a € 92,4 milioni. Con 10.998 dipendenti, l’obiettivo di Puma dal 2013 è quello di essere il brand sportivo più veloce e smart. Non a caso, la filosofia aziendale Puma è riassumibile con il motto “Forever Faster”.
Puma sta vivendo un momento d’oro. Il settore dello sportswear è in netta crescita e al brand non resta che cavalcare l’onda specialmente grazie alle proficue partnership avviate con brand ambassador quali Rihanna e Usain Bolt. Il primo modello sneaker della linea Puma by Rihanna ha avuto un’incredibile risonanza mediatica nel 2015, alla pari dell’introduzione della nuova tecnologia Ignite (calzature con un’intersuola più elastica in grado di conferire maggiore velocità all’andatura di chi le indossa).
Volcom e Electric
Fondato nel 1990, il brand Volcom si occupa di abbigliamento sportivo per lo snowboarding, lo skateboarding e il surfing. Nel 2015 il marchio ha incluso nella sua strategia di comunicazione la messa a punto di un nuovo film sul surf “Psychic Migrations”. Electric, fondato nel 2000, è un brand d’eccellenza specializzato nella produzione di occhiali da sole, valigie e accessori di alto pregio, in grado di resistere allo scorrere del tempo.
Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) di Kering
Sostenibilità
Etica e sostenibilità rappresentano una vera e propria missione per il gruppo Kering. Una missione di responsabilità sociale che contempla come fossero dogmi i seguenti temi: rispetto dell’ambiente, studio dell’impatto sui cambiamenti climatici, ottimizzazione delle materie prime e gestione dei rifiuti. Per favorire l’espressione di questi valori, ogni marchio viene valutato quantitativamente sulla base di sette parametri:
- Sviluppo dell’idoneità al lavoro tramite gestione delle competenze e attività di formazione
- Formazione dei manager sulle questioni legate alla diversità
- Selezione dei fornitori sulla base dell’applicazione dei criteri prescritti dalla Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI)
- Misurazione e contenimento delle emissioni di CO2 connesse ai sistemi di trasporto
- Riduzione dell’impatto ambientale di negozi e infrastrutture
- Promozione di pratiche e prodotti socialmente responsabili
- Organizzazione di programmi di solidarietà sociale in collaborazione con altre aziende.
Un business sostenibile è un business intelligente. Partendo da questo presupposto, Kering punta a lavorare costantemente sulla sostenibilità, in grado di creare valore interno all’azienda oltre che di promuovere e aiutare la lotta all’inquinamento.
Nel 2015 il Gruppo ha reso pubblici i risultati di uno studio condotto in collaborazione con BSR (Business for Social Responsability). Il conto economico ambientale EP&L (Environmental Profit & Loss Account), relativo agli anni 2013 e 2014, è sostanzialmente uno strumento che consente di misurare e monetizzare l’impatto sull’ecosistema derivante da tutte le attività commerciali dell’azienda, insieme ai costi per la società. Si monitorano gli effetti collegati alla vendita al dettaglio, agli uffici e ai trasporti, senza trascurare i vari aspetti relativi alla reperibilità delle materie prime e della produzione.
Il gruppo Kering ha deciso di adottare la diffusione open source di questa metodologia, invitando anche gli altri brand del lusso a farvi riferimento.
Tra gli obiettivi “green” di Kering per il 2016 rientrano l’intenzione di ridurre l’emissione di carbone, l’utilizzo di carta riciclata, l’esclusione totale del PVC dalle proprie collezioni e la verifica che la ricerca di oro e diamanti (così come la reperibilità di pellami pregiati) non vada ad inficiare negativamente sulle popolazioni locali e, più in generale, sull’ecosistema.
Kering ha istituito un team di più di 50 persone che lavora esclusivamente sulla sostenibilità. Nel 2015 il Gruppo è stato eletto per il secondo anno consecutivo leader del Dow Jones Sustainability Index, in prima posizione nel settore dell’abbigliamento, del tessile e del lusso.
Politiche aziendali di Kering a tutela delle risorse umane
Kering ha molto a cuore la qualità della vita dei suoi dipendenti, reputati una ricchezza preziosa e assolutamente da tutelare. La parità dei diritti tra uomo e donna e l’integrazione delle persone con disabilità rappresentano due dei capisaldi perseguiti da Kering nella gestione delle sue risorse umane.
Kering conta 38.801 dipendenti (dato aggiornato al 31 dicembre 2015) di cui il 57,87% costituito da donne e 377 lavoratori con disabilità. Il 90,84% dei dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato e l’età media della forza lavoro è di 35 anni. Il Gruppo ha investito nel corso del 2015 un budget di oltre 17 milioni di euro per la formazione dei suoi dipendenti per un totale di 393.906 ore di training.
Kering si impegna per le pari opportunità a tutti i livelli, anche a quello manageriale: il 33% del comitato esecutivo del Gruppo, infatti, è composto da donne (dato aggiornato al 31 dicembre 2015). Sono numerose le politiche aziendali atte a migliorare lo stile di vita delle dipendenti, permettendo di conciliare con maggiore facilità vita lavorativa e personale.
Stella McCartney e Alexander McQueen hanno apportato modifiche vantaggiose per quanto riguarda la normativa sul congedo parentale, garantendo lo stipendio pieno per un periodo di congedo che va dai 3 ai 6 mesi, e molti brand prevedono la possibilità del telelavoro. Tra le iniziative più interessanti rientra quella di Pomellato, che organizza campi estivi per i figli dei dipendenti: i piccoli ospiti hanno la possibilità di usufruire di lezioni di inglese durante la permanenza.
L’impegno sociale di Kering continua con lo schieramento in prima linea del Gruppo contro la violenza sulle donne, attivo dal 2009 in questa battaglia grazie alla creazione della Fondazione Kering, di supporto a molte Ong che operano in questo campo. Nel 2015 la campagna virale digital #BeHerVoice promossa da Kering ha raggiunto 319 milioni di utenti web nel mondo.