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La Cina ha fatto passare una nuova legge di censura cinematografica che diverrà effettiva dal 1° marzo 2017. Da allora sarà punito severamente chiunque falsifichi i dati sui guadagni al botteghino, ma soprattutto saranno bandite le pellicole giudicate lesive “della dignità, onore e interessi” della Cina; incentivate, invece, quelle che promuoveranno e diffonderanno “i valori fondamentali del socialismo”.
A essere vietati saranno dunque i film considerati: lesivi rispetto a quanto proclamato dalla legge; passibili di nuocere all’integrità territoriale; deleteri per la sicurezza nazionale; rivelatori di segreti nazionali; diffamanti rispetto alle “eccellenti tradizioni culturali”; che aizzino l’odio etnico o la discriminazione; che minaccino l’unità etnica.
Anche gli attori e i registi saranno soggetti a investigazione per quanto concerne la loro condotta che dovrà essere “eccellente”, rigorosa dal punto di vista morale e disciplinata in ogni circostanza.
Al momento sono ammessi in Cina soltanto 34 film esteri all’anno, ciascuno completamente scrutinato dalla censura; la quota, però, potrebbe salire. Molte case di produzione stanno intanto cercando collaborazioni con gli studios locali (basti pensare ai ben due remake live action del classico Disney Mulan in arrivo).
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