giovedì, Dicembre 26, 2024

Il Mereghetti 2017 – Recensione

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Paolo Mereghetti ha voluto dedicare l’edizione 2017 del suo triennale dizionario dei film edito da Baldini&Castoldi a due figure del cinema. La prima appare nella copertina. Una fotografia in bianco e nero ritrae un uomo vestito in giacca e cravatta, accomodato con molta naturalezza dietro la macchina da presa. Ha un occhio chiuso e l’altro nell’obiettivo e sul suo volto trapela un sorriso divertito e composto. E’ quindi un regista e più precisamente Ettore Scola, riconoscibile dagli inconfondibili occhialoni e dalla barba. La foto lo ritrae impegnato sul set de La famiglia, come riportato nella didascalia. Mereghetti tributa l’immagine del suo dizionario al grande maestro del cinema italiano scomparso all’inizio del 2016. La seconda dedica è per Morando Morandini, venuto a mancare nel 2015. La dicitura trova spazio alla terza pagina del primo volume. Una dedica dovuta e sentita a colui che insieme a Mereghetti ha costruito, consolidato e diffuso l’idea di Dizionario di cinema nel panorama editoriale italiano.

Mereghetti dov’è? Il suo bel ‘faccione’ è sulla quarta di copertina sia del cofanetto che dei singoli volumi, fotografato da Barbara Giannelli. Il volto soddisfatto che solitamente troneggiava nelle precedenti edizioni, quest’anno lascia spazio a un’espressione di attesa, simboleggiata dalla mano che nasconde la bocca e dallo sguardo sottile e profondo. Da questa espressione trapela una sensazione che trova conferma nell’introduzione. Mereghetti, infatti, qui dichiara: “Il rischio è quello di ripetersi, ma in fondo ogni volta che aggiorno il Dizionario anch’io e i miei insostituibili collaboratori finiamo ‘per ripeterci’“. Queste parole lasciano sottintendere come mantenere aggiornato un dizionario sia impresa ardua, la quale sembra non condurre mai alla piena soddisfazione della propria ambizione, ossia essere esaustivi e completi. E’ proprio, però, la ripetizione, continua il critico, l’aggiornamento costante che ha condotto lui e i suoi collaboratori a mettere mano alla propria opera, per analizzare nuovamente le schede, riscriverle, rivalutare sinossi e giudizi. Solo, infatti, attraverso un lavoro così preciso di osservazione e comprensione si possono carpire i mutamenti del cinema. Le narrazioni infinite, ad esempio, di parte delle produzioni hollywoodiane, ricche di personaggi e sottotrame, manifestano lo spostamento della settimana arte verso logiche di marketing, afferma Mereghetti, e allo stesso tempo compromettono il dono della sintesi che in un dizionario di schede è fondamentale. Poi c’è il tempo che lascia sedimentare, maturare o sfalda dentro cervello e anima di chi osserva le immagini dei film, così da portare il team del dizionario a ripensare anche i giudizi critici e le stellette. Sono quindi la perpetua ricerca di completezza e la voglia di proporre un’enciclopedia soddisfacente che muovono l’orgoglio del critico del Corriere e lo portano, di conseguenza, a essere in linea con i tempi moderni. Come lui stesso afferma, il cinema ormai si è spostato fuori dalle sale, per essere visibile anche in Rete. Per questo nell’edizione 2017 trovano spazio anche i film di registi poco distribuiti come Lech Kowalski, Cecilia Mangini, Harun Farocki, Keisuke Kinoshita, per citare alcuni.
Per redarre il dizionario del film, Mereghetti si è avvalso della collaborazione di Filippo Mazzarella, Roberto Curti, Pier Maria Bocchi, Carlo Alberto Amedei, Alessandro Stellino, Alberto Pezzotta, Giacomo Calzoni e Daniela Persico. I due volumi (A-L, M-Z) constano di 5.000 pagine e comprendono 30.000 schede, 60 percorsi tematici, indici di titoli originali per 20.000 voci, indice degli attori per 48.000 voci e indice dei registi per 9.500 voci. Il prezzo al pubblico è di 40 euro con la possibilità di avere il volume, compreso di Indici, in formato digitale sul sito di Baldini&Castoldi inserendo le nove cifre riportate sul bollino SIAE e il proprio indirizzo mail. L’editore, inoltre, si rende anche disponibile a stampare e spedire il volume Indici, non contenuto nella versione cartacea, ai lettori del Dizionario al costo di 15 euro.

Ecco quindi Il Mereghetti 2017. Dopo l’introduzione si possono leggere le Note di lettura. In questo paragrafo sono riportati i criteri di catalogazione dei film, “repertoriati secondo l’ordine alfabetico del loro titolo italiano senza tenere conto dell’articolo, che è messo alla fine, dopo una virgola“, e la struttura delle schede. Innanzitutto il titolo in italiano, seguito dalle stellette (da 1 a 4), mentre un pallino indica i film che hanno poco convinto. Il punto interrogativo ‘?’ simboleggia, invece, l’impossibilità da parte dei redattori di sintetizzare il film in un giudizio dato che l’edizione italiana è diversa da quella originale per diverse motivazioni. Al titolo italiano segue quello originale, il paese o i paesi di produzione e l’anno di distribuzione, l’indicazione ‘a colori’ o ‘b/n’, durata, nome regista e attori principali. Nell’ultima parte di questa sezione introduttiva Mereghetti rivela le fonti delle sue citazioni, in un necessario tributo a chi ha espresso nella maniera migliore un giudizio sul film. Dopo i ringraziamenti, prende vita il dizionario. Il volume A-L parte da A.A.A. Achille di Giovanni Albanese a Lycanthropus di Richard Benson, pseudonimo di Paolo Heusch. Il secondo volume M-Z prende avvio da M di Joseph Losey, in quanto M, il mostro di Dusseldorf di Fritz Lang è rimandato tra Millions di Danny Boyle e Milonga di Emidio Greco, per concludersi con Zu: Warriors from the Magic Mountain di Tsui Hark. Successivamente trova collocazione l’Indice delle voci tematiche, ossia gli approfondimenti che Mereghetti ha deciso di tributare a registi, attori, personaggi, concetti fondamentali per la storia del cinema, come Agente 007, Nero Wolfe, Decalogo, Fantozzi, Harry Potter e Zorro. Infine l’immancabile classifica de ‘I film a quattro stelle’ elencati in ordine alfabetico per cognome del regista. A pagina 5.000 si chiude Il Mereghetti 2017 in quanto gli indici sono disponibili nella versione in download.

Fermo restando come sempre l’ingiudicabilità dei giudizi critici, Il Mereghetti 2017 appare esaustivo e completo. Non sono segnalati, come nel Morandini 2017, i criteri di selezione delle schede, ma dalla mole del dizionario si può comprendere che sostanzialmente sono stati schedati tutti i film che Mereghetti e collaboratori hanno potuto vedere tra proiezioni italiane e internazionali, festival, servizi on-demand. Per capire meglio questo lavoro si può osservare, ad esempio, che il volume è stato finito di stampare a ottobre 2016 contestualmente all’uscita nelle sale italiane di Neruda di Pablo Larrain. Nonostante questa concomitanza, il film ha la sua scheda in quanto, probabilmente, la pellicola è stata vista durante la sua presentazione al Festival di Cannes 2016. Stesso discorso per Frantz di François Ozon (passato alla Mostra di Venezia 2016) ma non per Personal Shopper di Olivier Assayas, ancora inedito in Italia e vincitore del Premio per la Regia al Festival di Cannes 2016 a pari merito con Un padre, una figlia di Christian Mungiu, uscito in Italia a fine agosto e anch’esso però privo di scheda. Si compensano questi vuoti con delle ‘rarità’. Ad esempio si possono trovare le schede di film distribuiti in pochissime sale, come N-Capace di Eleonora Danco e Synecdoche, New York di Charlie Kaufman, o di titoli come Kynodontas di Yorgos Lanthimos, mai uscito in Italia. Una scheda inoltre è stata redatta anche ai tre film della trilogia di Puscher di Nicolas Winding Refn e a Bleeder, secondo lungometraggio del regista danese, inedito in Italia sia in sala che in home video. Un giudizio è espresso anche per Following, lungometraggio d’esordio di Christopher Nolan che anch’esso vive di scarsa distribuzione sul mercato italiano. Il Mereghetti, quindi, raccoglie molte chicche sconosciute, alcune rarità e qualche dimenticanza. Del cinema asiatico, ad esempio, mancano le schede di alcuni dei film più famosi di Sion Sono come Himizu e Tokyo Tribe oppure A Lullaby to the Sorrowful Mystery di Lav Diaz, vincitore alla Berlinale 2016 dell’Alfred Bauer Award per un film che apre nuove prospettive. In compenso, però, sono presenti le schede di Life Without Principle, Exiled, Election ed Election 2 di Johnnie To. Molto interessanti le voci tematiche utili per approfondire e per focalizzare l’attenzione su alcune particolarità del cinema. La scheda su ‘Elegia’ punta l’attenzione sui dieci lavori di Aleksandr Sokurov dal 1986 al 2006 narranti l’evoluzione della Russia nel corso dei secoli. Le schede su ‘Master’ specificano le finalità, i registi e l’elenco delle puntate della serie tv antologica Master of Horror e di Masters of Science Fiction.

Il dizionario, quindi, curato da Paolo Mereghetti si presenta soddisfacente e completo, seppur anche poco equilibrato. Questo dipende dal fatto che non è segnalato, almeno sull’edizione cartacea, un criterio di selezione dei film secondo cui il lettore possa indirizzare la propria ricerca. La mancanza, inoltre, sempre nell’edizione cartacea, degli indici compromette in parte la consultazione, soprattutto considerando che molto spesso si ricorda il nome del regista o degli attori nella ricerca di una pellicola e non sempre il titolo. Detto ciò, si può dire onestamente che la completezza del Dizionario dei film è esaustiva e che quindi il lavoro di implementazione e di rivalutazione del testo di Mereghetti e collaboratori è stato corretto e in linea con tutte le direttrici di sviluppo del cinema. L’espressione di attesa, dunque, di Paolo Mereghetti sulla quarta di copertina può trovare la sua piena soddisfazione.

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