Nonostante tutto, il turismo in Italia continua a crescere. Né la crisi economica, né l’aumento dell’offerta a livello globale hanno arrestato il trend positivo, che ha visto nel 2016 un aumento del 3% degli arrivi nel paese, e lascia prevedere per il 2017 un ulteriore incremento di pari entità. Affinché la direzione si mantenga però, bisogna far crescere competitività ed investimenti. E’ quanto è emerso oggi dal convegno “Strategie e risorse per il turismo italiano”, voluto dall’Osservatorio Parlamentare del Turismo in collaborazione con le altre istituzioni e le associazioni di categoria. «A partire da oggi, fino al 2018, prevediamo un’ulteriore crescita del 3% riferita agli arrivi in Italia – ha detto Ignazio Abbrignani, presidente dell’Osservatorio -. A livello di risorse da creare e destinare allo sviluppo del turismo italiano, un passo in avanti è stato il decreto fiscale con un emendamento che consentirà di digitalizzare interamente (dal 1° gennaio 2018) il tax free shopping in Italia, consentendo così una netta riduzione delle frodi I.V.A. e la creazione di un maggior gettito per lo Stato anche grazie alla shopping experience dei turisti internazionali. Anche la prossima riforma Costituzionale vede realizzarsi un obiettivo da sempre dell’Osservatorio: la promozione riportata allo Stato e non più devoluta in mille rivoli alle Regioni». A fargli eco, il presidente della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati: Guglielmo Epifani. «Questa è la fase in cui possiamo rimettere in campo una politica organica, con un maggior coordinamento Stato-Regioni. C’è bisogno di nuova capacità, ci vogliono ulteriori investimenti sia pubblici che privati, come hanno indicato le utlime scelte del governo, fatte proprio nella direzione di incentivare gli investimenti nel turismo». Nel 2015 il turismo ha contribuito all’11,8% del Pil nazionale e al 12,8% dell’occupazione, dando lavoro a ben 3,1 milioni di persone. Lo scorso anno sono cresciute sia la spesa media pro-capite giornaliera (107 euro) sia la permanenza media a turista (salita a 3,5 giorni). Ma le potenzialità del settore non si esauriscono qui e sono destinate a una fortissima espansione, ad esempio mediante lo sfruttamento delle risorse naturali e infrastrutturali e l’aumento della qualità dei servizi offerti.
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