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Esiste l’idea che cinema e tv moderni abbiano creato una versione idealizzata del nostro passato, in cui l’unica legge è la violenza. In realtà questa è una visione promossa principalmente dal cinema americano, che affonda le radici nel ‘900 e non è esclusiva della produzione contemporanea.
L’arrivo ora della versione per il grande schermo di Assassin’s Creed, appena uscito anche in Italia, non fa che ribadire come questa visione sia diffusa. Nata su console, anche la serie Ubisoft riscrive il passato decidendo di usare come chiave di lettura la violenza, la sopraffazione e l’esercizio del potere.
Attingendo ad alcune vere storie, vere figure storiche e veri miti infondati, tutto Assassin’s Creed (film e serie di videogiochi) scrive una gigantesca fanta-storia del nostro passato a partire dall’efferato.
Anche se sono state le serie tv probabilmente a canonizzare la visione contemporanea di un medioevo o di un’epoca romana a base di corruzione, tantissimo sesso e per l’appunto violenza all’ordine del giorno, ritroviamo il sangue in molti adattamenti di storie e personaggi noti.
Li abbiamo messo in fila con il difficilissimo criterio che li vuole dal più al meno plausibile.
10. La trilogia di Robert Langley
Parte tutto dai romanzi di Dan Brown ma arriva in fretta al cinema con Ron Howard e Tom Hanks. Il codice Da Vinci poi Angeli e demoni e infine Inferno. Avventure moderne che indagano su misteri, più che altro italiani, aventi a che vedere con il passato.
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Ogni volta si scopre qualche piano per distruggere tutto, qualche retroscena scabroso e incredibile. L’idea di mistero di Brown prevede sempre qualcosa di inedito, un sotterfugio o un complotto a sfondo violento. Di fatto inietta le teorie meno credibili e più condite di violenza nel mondo altrimenti più “noioso” dell’arte.
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9. La trilogia storica di Quentin Tarantino
Bastardi senza gloria, Django Unchained e The Hateful Eight, insieme, è come se riscrivessero parte della storia moderna americana ed europea all’insegna di una risoluzione violenta. Nel cinema di Tarantino tutto nasce e si risolve in una violenza spettacolare e stilizzata e così avviene anche in questi film in barba alla realtà. A tratti addirittura sembra che sia lui stesso (proprio Tarantino) a fare giustizia, aggiustando la storia con soluzioni di fantasia o punendo chi ritiene vada punito.
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8. Giovanna D’Arco
Era la fine degli anni ’80 e il medioevo andava per la maggiore. Luc Besson con l’allora compagna Milla Jovovich crea un polpettone storico tra il fumettoso e l’esagitato, in cui le già violente gesta della protagonista assumono valori ancora più efferati, con una passione tutta sua per armi grandi e dolore fisico.
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7. Spartacus
La serie tv di Starz prendeva ispirazione direttamente dalle versioni per il cinema dei fumetti di Frank Miller (300 e Sin City), faceva un grande pastrocchio di colori e sovrimpressioni, che del resto rifletteva bene il suo vero intento: proiettare nel passato una visione esagerata ed iperbolica di una realtà (quella degli schiavi e dei gladiatori) già di suo violenta. È stato in un certo senso l’apripista della serialità d’epoca violenta.
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6. Gangs of New York
Doveva essere uno dei grandi film del cuore di Martin Scorsese ma lo è stato solo parzialmente. Il suo tentativo più concreto di realizzare un blockbuster alle sue condizioni e alla sua maniera è la fondazione di New York, non tanto come città ma come luogo d’aggregazione di diverse tribù. Razze, etnie e nazionalità differenti non si incontrano, si scontrano nel vero senso della parola. Una città (e per sineddoche una nazione) fondate sulla violenza, sul combattimento, sulla rissa.
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5. I Borgia
Anche qui la revisione di un pezzo di storia passa per l’intrigo politico ma soprattutto per l’amplificazione di tutte quelle componenti che distinguono il prodotto adulto da quello per l’infanzia. Sesso, violenza e abiezione morale spinti al massimo, con la conseguente pretesa (proprio per questo) di essere più vicini a come le cose si svolgessero.
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4. Ben-Hur
Saltando a piedi pari la versione di quest’anno di Timur Bekmbabetov, che nemmeno violenta riesce ad essere, già quella storica di William Wyler con Charlton Heston metteva in scena una peregrinazione cristologica nella Galilea dell’anno 30 d.C. circa, all’insegna di una crescente violenza. Per quanto per gli standard d’epoca tutto fosse fuso con l’azione e l’avventura i dettagli cruenti della corsa con le bighe parlano chiaro.
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3. Il Gladiatore
Ancora antica Roma. Ridley Scott non è stato certo perfetto quanto ad accuratezza storica, tuttavia il suo film che, fin dal titolo, nasce promettendo una chiave di lettura violenta, tra tutti quelli della lista si posiziona a livelli alti di accuratezza (il che la dice lunga).
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2. La trilogia storica di Mel Gibson
Braveheart, La passione di Cristo e Apocalypto. Girati nelle lingue corrette, anche quando sono morte o quasi, pensati per stare quanto più vicini è possibile alla realtà e soprattutto concentrati sulla violenza inflitta da uomini su altri uomini. Se Braveheart, in quanto film di guerra, non stupisce, è con la storia della passione di Cristo e poi con i suoi precolombiani che ha davvero dato vita ad un punto di vista differente, uno che è fondato sulla capacità dell’uomo di martoriare i suoi simili.
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1. 12 anni schiavo
Doppio logico di Django Unchained, il film di Steve McQueen ha tutto per essere reale e la corretta determinazione a raccontare la schiavitù con quanta meno edulcorazione è possibile. Permettendosi di mostrare più di quanto non potessero fare film per il grande pubblico di qualche decennio fa, questo non riscrive la storia ma semmai la mette in scena con una (necessaria, in questo caso) predilezione per il suo lato violento.
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