venerdì, Marzo 14, 2025

Antonello Fusetti: “Bisogna creare cose belle e buone, ma che abbiano un valore sociale”

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“Bisogna sempre avere un’etica. Bisogna creare cose belle e buone, ma che abbiano un valore sociale”. Sono due i concetti chiave per Antonello Fusetti: sostenibilità e innovazione, che devono procedere di pari passo. Direttore della Scuola Politecnica di Design, fondata nel 1954 a Milano, ha recentemente dato vita all’interno della struttura al primo master in Food Design. I corsi hanno l’obiettivo di formare professionisti del settore agroalimentare in grado di unire le competenze di marketing e comunicazione con la la metodologia progettuale del design.

“Innovazione è una parola che deriva dal latino: significa modificare l’esistente grazie all’apporto di qualcosa di nuovo. È l’attualizzazione della creatività”, dice da Bologna, dove è ambientata la quinta video-intervista di Wired Innovation House. Fusetti è il nuovo protagonista della serie di incontri che porta i lettori di Wired a conoscere i grandi innovatori del nostro Paese. L’iniziativa è organizzata dalla nostra testata e da Domux Home, brand del gruppo finanziario Unipol.

“Noi cerchiamo di fare innovazione nel settore della formazione e in quello agroalimentare”, prosegue. “Ciò significa trovare nuovi concept per i luoghi del consumo e della distribuzione e nuovi packaging efficaci e sostenibili. Innovazione è anche comunicare nel migliore dei modi la bontà dei propri prodotti e renderli più sicuri e sani, oltre che unire il settore del cibo e il turismo”.

I protagonisti di Wired Innovation House sono chiamati a dire la loro anche sul concetto di bellezza, altro filo rosso che lega tutte le interviste.

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Antonello Fusetti racconta di essersi di recente stupito da quanto fascino emanasse la stazione di Reggio Emilia Mediopadana progettata da Santiago Calatrava. “Un’onda continua che dà l’idea di movimento e mi ha sorpreso. Ma le cose belle sono ovunque, bisogna saperle cercare”.

Infine un pensiero alla Rete, “il più grande motore di cambiamento dell’epoca recente. Il concetto di bellezza è sempre più legato a ciò che i mezzi digitali, molto pervasivi, veicolano. Ma, come diceva Eco, non dimentichiamo che il nostro gradimento e le nostre emozioni dipendono anche dal luogo in cui uno si trova e dal momento”, conclude Fusetti.

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