venerdì, Marzo 14, 2025

Dai camerini intelligenti alla spesa self service, il negozio del futuro è realtà

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Il negozio di Diesel in piazza San Babila a MilanoIl negozio di Diesel in piazza San Babila a Milano

Finché non si accende, la parete del camerino sembra il solito muro muto. Dopo qualche secondo però, tempo che l’antenna della stanza riconosca le etichette degli abiti, la parete si attiva. Un grande schermo touch, che mostra l’elenco dei capi che il cliente sta provando. Così, se il colore non piace o la taglia è piccola, basta cliccare sull’icona dell’abito per visualizzare le altre varianti di tinta e misura. Il camerino intelligente è un tassello dell’investimento tecnologico con cui Diesel ha cambiato faccia al suo negozio più grande, la boutique di piazza San Babila a Milano. Qua il marchio di moda sperimenterà per la prossima stagione una serie di strumenti digitali di aiuto alla vendita. L’obiettivo è migliorare il servizio, coinvolgere di più il cliente e, attraverso l’analisi dei dati raccolti, rendere più efficienti ed efficaci le vendite.

L’anno scorso anche Ralph Lauren ha installato camerini intelligenti nel proprio negozio sulla Quinta Strada, a New York.

Il marchio americano del cavallino permette di regolare le luci per apprezzare il capo con diverse sfumature, mentre Diesel gioca su fondali animati, vere e proprie quinte per osservare il capo “ambientato”. I negozi del futuro iniziano a spuntare in tutte le grandi città del mondo. Anche British Telecom  ha messo a punto un sistema di negozio intelligente, con specchi che riconoscono il sesso del cliente e danno suggerimenti di acquisto. A dicembre Amazon ha testato a Seattle un negozio senza cassa.

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Il supermercato identifica tramite telecamere, app e carta di credito il cliente e poi la spesa è libera, senza coda. Gli acquisti vengono addebitati direttamente sul conto. Tornando a Milano Coop ha riaperto in città il supermercato del futuro che aveva in Expo. Basta allungare la mano su un prodotto perché si attivino automaticamente gli schermi con i valori nutrizionali, i dati di produzione e provenienza, prezzo e sconti. I prodotti freschi sono self service e non ci sono cassieri: il cliente infatti scansiona da sè la spesa, prima di pagare alle casse automatiche.

Anche Diesel ha deciso di investire nel settore. Se il test di Milano darà esiti positivi, il gruppo applicherà il programma digitale anche ad altre boutique nel mondo. La casa di moda ha messo a punto il piano digitale in tandem con H-Farm, società veneta di consulenza tecnologica partecipato all’11,4% da Red Investments srl, il braccio finanziario del fondatore di Diesel Renzo Rosso. Le etichette dei capi sono state dotate di tecnologia rfid (identificazione in radiofrequenza). Contengono un microchip carico di informazioni sull’abito, come le varianti di taglia e colore, la disponibilità in negozio, l’elenco di prodotti similari, che possono essere letti da altri apparecchi della boutique, come il camerino o i tavoli interattivi.

Nell’area denim i commessi non devono più mostrare uno per uno i pantaloni ai clienti per descrivere taglio, trattamento e lavaggio. Attraverso uno smartphone potranno trasmettere su un maxischermo nei mini-video che mostrano come calza il jeans e i suoi dettagli e aiutare il cliente a scegliere quello che preferisce. “Solo per l’uomo a Milano abbiamo più di 120 modelli”, spiega l’amministratore delegato di Diesel, Alessandro Bogliolo. E per pagare non serve più andare in cassa: chi ha carte di credito contactless può saldare il conto direttamente sullo smartphone del commesso.

Bogliolo ha investito sul digitale, tanto che oggi le vendite in ecommerce pesano dal 15% al 20% del totale di Diesel, con punte di crescita oltre il 30% in alcuni mercati. “Abbiamo guardato alla grande distribuzione – commenta l’ad -. La mente del consumatore si forma al supermercato, dove va tutti i giorni, e non nel negozio di lusso”. Il progetto sviluppato negli 887 metri quadri è un pilota che potrà essere esteso ad altri negozi. “Abbiamo software che ci permettono di dare supporto dal quartier generale al personale delle boutique”, aggiunge Bogliolo.

Abbiamo deciso di non adottare tecnologie intrusive – precisa l’ad -, come il riconoscimento facciale del cliente”, che pure erano nel pacchetto di proposte di H-Farm. Il nuovo sistema tuttavia offre una miniera di dati da cui i tecnici di Diesel potranno pescare informazioni utili al business. “Pensiamo a quando ci si prova un capo in camerino. Prima dallo scontrino potevo risalire solo al prodotto più venduto e gli addetti alla vendita mi poteva dare indicazioni generiche su cosa andasse di più – osserva Bogliolo -. Oggi, grazie alle etichette rfid, posso sapere quali capi hai scelto, quali hai provato e infine quelli che hai scartato prima di concludere l’acquisto”.

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