sabato, Dicembre 21, 2024

L’azienda italiana che ha realizzato i caschi di Alien: Covenant

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Una scena di Alien: Covenant con i caschi NorthwallSfoglia gallery8 immagini

Alien: Covenant Una scena di Alien: Covenant con i caschi Northwall

Alien: Covenant
Alien: Covenant Una scena di Alien: Covenant con i caschi NorthwallAlien: Covenant
Alien: Covenant Una scena di Alien: Covenant con i caschi NorthwallAlien: Covenant
Alien: Covenant Una scena di Alien: Covenant con i caschi NorthwallCaschi Northwall da soccorso
Caschi Northwall da soccorso Caschi Northwall
Caschi Northwall Caschi Northwall
Caschi Northwall Caschi Northwall
Caschi Northwall Caschi Northwall
Caschi Northwall

La Weyland usa caschi Northwall. Non è infatti un modello particolare o una versione customizzata quella che la società italiana di elmetti ha fornito per Alien: Covenant, ma un casco di catalogo, un modello di quelli in commercio a cui la produzione ha solo aggiunto i loghi dell’universo di Alien/Blade Runner. Li hanno voluti così come sono, perché così già andavano bene per il mondo futuro.

Abbiamo parlato con il Ceo della società Gianluca Martini per capire come siano riusciti ad arrivare ad una simile produzione e come mai, secondo loro, Ridley Scott ha scelto proprio i loro caschi.

Avete capito come mai volevano proprio il vostro?

“Considera che negli ultimi 20 anni i caschi da elicottero non sono mai cambiati, né nel design né nella tecnologia. Noi abbiamo fatto un modello nuovo, sconvolgendo il mondo dei caschi volo e in più ci abbiamo messo anche dello stile che l’ha reso bello da vedere”.

Vi siete proposti voi o vi hanno contattato loro?

“Hanno fatto tutto loro, credo sia accaduto grazie alla presenza mondiale che il nostro prodotto ha sui campi di volo, sugli elicotteri e sui mezzi di soccorso di forze militari e speciali.

La Universal ci ha chiamato direttamente, senza intermediari, per avere il nostro casco che avevano visto su riviste specializzati o siti”.

Esattamente quali sono i caschi che si vedono nel film?

“Hanno preso due modelli diversi: i due membri dell’equipaggio mentre atterrano hanno il modello chiuso mentre il comandante ha il casco più aperto”.

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Ma voi li avevate pensati per avere un design futuristico?

“Ne abbiamo fatti un paio legati all’ergonomia con un taglio avanzato che riprende un discorso di gestione degli urti e linee di irrigidimento per l’areazione… Hanno un gran design, ma è tutto funzionale”.

Qual è il casco migliore che tu abbia mai visto in un film?

“Il più bello per me è quello dei piloti degli X-Wing di Rogue One. Perché ricorda il nostro! [ride ndr] Richiama molto quello che abbiamo fatto noi, è compatto e simile ai primi di Star Wars”.

Ma per i vostri caschi vi ispirate a quelli dei film, al loro design?

“No, ci ispiriamo all’ergonomia sostanzialmente, alle forme del cranio, alle protezioni. Poi gli diamo una botta tecnologica, aumentando lo spessore”.

E per la tecnologia invece, dove guardate?

“Il prossimo passo sarà probabilmente la realtà aumentata, la stiamo studiando anche noi e c’è già nei caschi di ultima generazione, però con costi tipo 500mila euro a modello. Per esempio il casco degli F35 ha la visione aumentata e sono proprio modelli da fantascienza. La vedremo anche nel motociclismo tra poco”.

A voi quanto manca per arrivarci?

“Non troppo. Collaboriamo con il Centro ricerca spaziale italiano per un progetto del genere, ma non finalizzato a uso militare, uno più legato ai civili, in un anno o due dovremmo avere qualcosa. Per vendersi dovrebbe costare sotto i due o tremila euro”.

Quali funzioni avrebbe? Che dati mostrerebbe?

“Lavorando nel soccorso per noi si può usare per rappresentare i dati che serve vedere senza distogliere lo sguardo dal punto fisso di inserimento, tipo l’orizzonte. Così da poter continuare a guardare avanti per mantenere la posizione dell’elicottero e, senza distogliere lo sguardo, avere lo stesso sott’occhio la strumentazione, dal combustibile, alla coppia ecc. ecc. Ma è può servire anche per i voli notturni per evitare linee ad alta tensione o ancora si può inserire la visuale termica per inseguire un bersaglio o eseguire un atterraggio”.

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