sabato, Dicembre 21, 2024

Le critiche del New York Times a Virginia Raggi

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A worker with the municipal rubbish collection company cleans the floors of the Trevi Fountain on August 16, 2016. The Five Star Movement council which was elected to city hall last month on the back of new Mayor Virginia Raggis promise to finally clean up Rome as waste disposal problems have been a long-standing bugbear for residents of the Eternal City. / AFP / FILIPPO MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)(foto: Getty Images)

Un po’ testimonianza, un po’ j’accuse: così l’editoriale di Frank Bruni sul New York Times inquadra la condizione di Roma, la capitale italiana ormai “sporca metafora” di se stessa. E non risparmia critiche a chi, come la sindaca del Movimento 5 stelle Viriginia Raggi, aveva promesso cambiamento.

Bruni, tornato in città a distanza di tempo, dopo averci vissuto, sottolinea il contrasto che si nota tra un monumento come il Colosseo, tornato a splendere “grazie a una elaborata pulizia” e lo scenario che si apre a poca distanza, dominato dalla spazzatura “che è quasi ovunque a Roma e che gli ufficiali della città promettono e falliscono nel tenere il problema sotto controllo”.

La situazione non è in sé nuova e infatti l’editoriale afferma che da anni le brutture finiscono anche in rete sul sito “RomaFaSchifo” ma “la situazione è peggiore e più demoralizzante che mai, perché i Romani l’anno scorso hanno eletto un giovane sindaco da un partito politico fresco che ha promesso di cambiare il corso delle cose.

Undici mesi dopo, quasi, non ha fatto niente di ciò”. Il tema di cosa è cambiato e cosa no sotto Raggi non domina solo in Italia, dove pure la sindaca cerca di chiarire la sua posizione, evidenziando a suo dire anche le mancanze della Regione o delle precedenti amministrazioni.

Più in generale, si sottolinea poi come il divario esistente tra monumenti che scintillano e strade sporche per i residenti sia anche una contraddizione tra ciò che può fare il privato e quello che riesce a fare il pubblico, come afferma Massimiliano Tonelli di Roma Fa Schifo, nel pezzo di Bruni.

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Se in larga parte è una buona notizia che i vari Tods, Bulgari, Fendi si prestino a far brillare i gioielli di Roma, dall’altra “un governo italiano a corto di soldi sta intelligentemente intercettando la filantropia privata per proteggere la sua eredità culturale, vitale per l’economia”. Luci e ombre della capitale, insomma, dove bellezza e degrado vanno a braccetto tra venditori senza licenza, buchi nella strade, trasporti pubblici irregolari e parcheggi fatti a casaccio.

Nulla che prima fosse troppo diverso ma a quanto pare gli ultimi dieci mesi non sono stati ancora sufficienti a riscrivere il corso della storia.

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