mercoledì, Febbraio 5, 2025

Ecoreati, come sta andando la legge

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(foto: Salvatore Laporta/KONTROLAB /LightRocket via Getty Images)(foto: Salvatore Laporta/KONTROLAB /LightRocket via Getty Images)

La legge sugli ecoreati approvata due anni fa funziona, secondo il bilancio stilato da Legambiente e presentato oggi a Roma in un convegno al Senato. Secondo l’associazione ambientalista lo certificano, oltre ai numeri e le storie pubblicate nel suo dossier, i dati sul lavoro delle Procure e dei Tribunali e le le statistiche delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente.

Nel 2016, si legge nel report, a fronte di 1.215 controlli effettuati la legge, che ha introdotto nel codice penale diversi reati contro l’ambiente, ha consentito di sanzionare 574 ecoreati, portando alla denuncia di quasi mille persone e al sequestro di 133 beni. In 173 casi si parla di inquinamento ambientale, disastro ambientale, impedimento di controllo, omessa bonifica e anche casi di aggravanti per morti o lesione come conseguenza del reato di inquinamento ambientale, (ci sono poi tutti gli altri reati ambientali minori puniti per contravvenzione).

Se si guarda a un arco temporale più vasto, quindi dall’entrata in vigore della legge fino al dicembre 2016, se ne vede l’applicazione in 467 procedimenti penali con 651 persone denunciate. Un report che consente anche di tenere il polso del paese e delle regioni su una serie di metriche, purtroppo non belle: ad esempio secondo il report di Legambiente, la Campania è la prima regione per il numero di ecoreati contestati mentre in Abruzzo si ha un alto tasso di aziende coinvolte e la Calabria primeggia sul numero dei sequestri. Il problema al Sud e nelle Isole appare più pressante, anche guardando alle informazioni della Commissione parlamentare di inchiesta raccolte da 167 uffici giudiziari tra Procure, Tribunali e Corti di appello (pari al 57% del totale nazionale) e che fanno intendere che circa il 60% degli uffici giudiziari ha già applicato la legge nel paese, con una maggiore accentuazione nelle Isole e nel Sud.

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Legambiente promuove quindi la 68/2015, ma sostiene anche che alla “catena della legalità ambientale nel nostro Paese” mancano ancora degli anelli da saldare e sarebbe meglio farlo in questa legislatura. Alcune azioni sono quelle per rendere ancora più incisiva la stessa legge sugli ecoreati in particolare per quanto riguarda l’aspetto repressivo e preventivo, ma Legambiente chiama anche ad approvare altre norme che mancano, mettendo presto fine a iter che si trascinano (per esempio spingere sui decreti attuativi per l’operatività della legge che riforma il sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente).

E poi, al netto del fatto che siano raddoppiati con la legge sugli ecoreati i temi di prescrizione dei nuovi delitti ambientali, “resta questo problema per gli altri reati ambientali che sono ancora di natura contravvenzionale e che restano spesso impuniti perché i tempi brevi di prescrizione fanno finire nel nulla molti processi ambientali costruiti su di essi”.

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