mercoledì, Febbraio 5, 2025

Still Star-Crossed, delude lo spin-off di Romeo e Giulietta

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still star crossedTrovare il coraggio di realizzare uno spin-off della tragedia più celebre di Shakespeare, Romeo e Giulietta, non è cosa da poco e chiunque decida di affrontare una simile prova sa bene che si troverà di fronte ad un plotone di amanti del Bardo pronti difendere il drammaturgo di Stratford-upon-Avon. Quattro anni fa la scrittrice Melinda Taub ci ha provato ed è riuscita sorprendentemente a realizzare un romanzo originale e ben scritto che racconta cosa accade a Verona dopo la morte dei due sfortunati amanti.

Shonda Rhimes, la regina delle lacrime televisive, non poteva perdere l’occasione di portare sul piccolo schermo la tragedia per antonomasia e quindi ha realizzato per la ABC la serie tv Still Star-Crossed, tratto dal libro della Taub.
Per gli amanti di Shonda già il pilot è destabilizzante: non ci sono medici, nessun omicidio da nascondere o scandalo da evitare. I primi 20 minuti sono un bignami del dramma shakesperiano, un riassunto per chi non conoscesse la vicenda di Romeo e Giulietta.

La nuova storia, infatti, ha inizio proprio dopo la loro morte: la faida tra Montecchi e Capuleti è sempre più aspra ed il Principe di Verona Escalo decide di risolverla imponendo alle 2 famiglie di unirsi in matrimonio. Rosalina (Lashana Lynch), la cugina di Giulietta, che aveva rifiutato Romeo, e Benvolio (Wade Briggs), cugino e grande amico di Romeo, vengono promessi in matrimonio contro la loro volontà.

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La bellezza dei personaggi shakesperiani è la loro eternità: le figure, infatti, sono delineate così bene da riuscire ad essere contemporanee nonostante siano state create secoli fa.

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La Taub riesce nell’arduo compito di rendere credibili, ma allo stesso tempo moderni, i personaggi da lei tracciati. Stessa sorte non hanno, invece, i protagonisti della serie tv che risultano forzati e finti.

In primo luogo l’operazione di “color-blinding” del cast non funziona: certo, siamo nel XXI secolo e il colore della pelle non conta, ma vedere nella Verona del XVI secolo membri della stessa famiglia appartenere ad etnie diverse risulta decisamente illogico.

Altra grave pecca è il linguaggio: la Rhimes ha deciso di non seguire le orme del libro che utilizza un Early Modern English (un inglese del 1600-1700), ma di far parlare i personaggi con il linguaggio contemporaneo, con, ogni tanto, dei piccoli innesti poetici, giusto per ricordare il legame con Shakespeare. Se l’effetto desiderato era quello del Romeo+Giulietta di Baz Luhrmann, il risultato è, invece, quello di una festa di carnevale con ragazzi del XXI secolo che indossano quasi per errore vestiti d’epoca. Se lo scopo della Rhimes era quello di avvicinare il pubblico alla storia grazie all’utilizzo di un linguaggio contemporaneo, l’effetto è totalmente opposto, infatti le espressioni moderne ed il ricorso allo slang non fanno altro che distrarre lo spettatore dalla storia impedendogli di immergersi completamente nella narrazione.

Le bellissime scenografie e i sontuosi abiti di scena non riescono a salvare una serie che, purtroppo, vira troppo presto verso la  più becera soap sudamericana: gli intrighi di corte diventano pettegolezzi, gli amori divengono sospiri e i segreti sono disvelati da occhiate fin troppo palesi.

Shonda ritenta, la prossima volta sarai più fortunata (o semplicemente più brava).

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