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Se il mondo delle criptovalute sta vivendo giorni di panico dopo il crollo della moneta Terra Luna e il calo del valore del Bitcoin, anche quello dei token non fungibili (nft) non sembra godere di ottima salute, tra furti, quotazioni al ribasso e copie.
Le piattaforme di nft, dopo l’exploit degli oggetti digitali collezionabili nel 2021, hanno riscontrato un crescente problema di frodi con i truffatori che creano copie false dei token, i cosiddetti “copymint”, per venderli online. Il più grande marketplace di nft al mondo, OpenSea, è però parte del problema visto che oltre l’80% dei plagi che ha rimosso sono stati creati utilizzando lo strumento di conio gratuito offerto dalla stessa piattaforma, ha scritto la società su Twitter a febbraio.
Adesso OpenSea ha però annunciato con un paio di post sul proprio blog una nuova strategia contro il commercio di falsi, anche per contribuire a ridare credibilità al mercato dei token. Innanzitutto, OpenSea utilizzerà un sistema per rilevare i falsi che combina sia la tecnologia di riconoscimento delle immagini che la revisione di operatori in carne ed ossa.
La società afferma che il suo nuovo sistema eseguirà continuamente la scansione di tutte le raccolte nft, confrontandole con le raccolte autentiche, per individuare potenziali truffe, mentre i revisori umani esamineranno le segnalazioni. OpenSea ha rivelato di aver già individuato alcuni falsi con questo sistema e aumenterà gradualmente il processo di rimozione nelle prossime settimane.
L’azienda ha anche apportato alcuni aggiornamenti al suo sistema di verifica e badge. OpenSea aprirà la verifica dell’account a qualsiasi creatore che possieda una raccolta che valga almeno 100 ethereum, attualmente equivalenti a circa 205 mila dollari. Anche le stesse raccolte di nft riceveranno un badge di garanzia se hanno generato più di 100 ethereum in volume di scambi. Gli utenti della piattaforma dovranno inoltre fornire un nome del profilo, un nome utente, un indirizzo e-mail valido e un account Twitter collegato per essere verificati.
La verifica dell’identità reale dei venditori “è un problema di vecchia data nel mondo degli nft dove l’anonimato è una parte fondamentale della cultura” spiega Engadget. Gli artisti che creano nft normalmente usano infatti pseudonimi invece dei loro veri nomi, e lo stesso vale per moltissimi gli acquirenti. Nelle pieghe di questo mondo hanno però finora prosperato falsari e truffatori.