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A volte un parassita può portare anche qualche “beneficio”. Almeno secondo gli autori di una ricerca dell’università di Turku, in Finlandia. Sostengono infatti che il parassita Toxoplasma gondii, responsabile della toxoplasmosi – un’infezione generalmente silente, tranne in certi casi nelle donne in gravidanza – potrebbe addirittura regalarci un aspetto più gradevole e sano. La chiave del successo? Le persone infette presenterebbero una minore asimmetria nel volto, che sarebbe dunque più piacevole. I ricercatori sottolineano che si tratta di un’ipotesi, che può avere una radice in alcuni aspetti evolutivi, ma con dei limiti da non sottovalutare. Fra questi, il fatto che l’indagine è svolta su un campione di poche persone e che non ha tenuto conto di marcatori associati al livello di salute. Lo studio è pubblicato sulla rivista PeerJ.
Le radici dello studio
L’idea della ricerca non nasce dal nulla: gli autori riportano un precedente studio, condotto su ratti di sesso maschile con toxoplasmosi, che erano percepiti come più attraenti a livello sessuale e scelti più frequentemente come partner. Inoltre citano una ricerca che metteva in luce un livello più alto di testosterone negli uomini infettati rispetto a quelli non colpiti dal parassita. A partire da queste prove, i ricercatori hanno deciso di analizzare l’argomento. In particolare, hanno esaminato il volto e alcuni parametri, anche attraverso analisi del sangue, di 35 persone colpite dal Toxoplasma gondii, comparandoli con quelli di 178 individui sani. Successivamente gli scienziati hanno comparato le immagini e i dati dei contagiati con altri 205 volontari in salute. Tutti erano studenti universitari, dunque giovani.
In generale le persone infettate presentavano una minore asimmetria facciale – in gergo un po’ più tecnico asimmetria fluttuante – con un viso più armonioso. Precedenti ricerche hanno associato bassi livelli di questa asimmetria a una migliore salute fisica e a una maggiore avvenenza. Alcuni di questi risultati sembrerebbero per ora confermati dagli altri test e dai questionari svolti nel lavoro. Le donne colpite dall’infezione, infatti, avevano un indice di massa corporea (Bmi, un indicatore del peso) più basso e si auto-valutavano come più affascinanti e con un maggior numero di partner. I ricercatori hanno anche osservato il risultato attraverso una simulazione separata, condotta con un particolare software, in cui hanno confrontato il viso della persona sana con quello del malato.