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Le motocicliste sono le supereroine di domani? Rodeo, il primo film di Lola Quivoron, sembra confermare una tendenza a poche settimane dall’uscita di Motomami della cantante spagnola Rosalía, un album in cui la cantante posa nuda con un casco da moto: le donne dominano l’asfalto. Presentato nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes, questo film energico e pieno di passione racconta la storia di un gruppo di biker che rubano moto per conto di uno spacciatore che si trova in prigione. L’eroina, Julia, è una motociclista solitaria, con una vera e propria ossessione per le due ruote, decisa a diventare una di quei miti che cavalcano il proprio veicolo verso le stelle. L’interpretazione dell’impeccabile Julie Ledru, la cui chioma e lo spirito ribelle ricordano Zendaya nella serie Euphoria, rappresenta il cuore di questo Rodeo, il cui vigore animalesco è pari al misticismo che lo alimenta. Il motociclismo è vita anche la morte non è mai lontana, pronta a falciare chi spinge troppo sull’acceleratore.
Donne, lamiere accartocciate e qualche rissa: il film di Lola Quivoron è destinato a essere paragonato all’ultimo vincitore della Palma d’Oro, Titanium di Julia Ducournau, sebbene si muova su un terreno completamente diverso. Qui, il fantastico si manifesta solo a tratti, nel momento di rare visioni da incubo, e il punto di vista è decisamente più concreto. Ciò che sembra interessare maggiormente la regista è il modo in cui la protagonista tenta di farsi strada in un ambiente esclusivamente maschile, dove la moto è un oggetto di onnipotenza, un’estensione fallica per un gruppo di uomini asessuati, dediti anima e corpo al branco e ai propri bolidi.