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Vadim Shishimarin è il primo soldato russo a essere stato condannato per aver commesso crimini di guerra in Ucraina. Il sergente di 21 anni dovrà scontare una condanna all’ergastolo, perché ritenuto colpevole di aver ucciso un civile disarmato, Oleksandr Shelypov, 62 anni, nella città ucraina di Sumy, dopo quattro giorni dall’inizio dell’invasione russa.
Il verdetto è stato emesso lunedì 23 maggio 2022. A stabilire la condanna il giudice Serhii Ahafonov che, nonostante abbia appurato come Shishimarin abbia espresso rimorso per le sue azioni e collaborato con le indagini, non ha potuto accettare come attenuante l’affermazione del ragazzo secondo cui non sarebbe stata sua intenzione uccidere Shelypov quando ha aperto il fuoco contro di lui.
In base ai filmati analizzati dalla corte e confermati dalle ricostruzione dello stesso Shishimarin, il soldato era in auto con altri militari, uno dei quali ha gli ha ordinato di sparare al civile in bicicletta sull’altro lato della strada. Shishimarin ha quindi esploso tre o quattro colpi di Kalashnikov alla testa dell’uomo dal finestrino dell’auto, rubata dai soldati russi. Shelypov però aveva assistito al furto. Così il militare di grado più alto ne avrebbe ordinato l’assassinio, per eliminare un testimone, e Shishimarin ha eseguito.
Durante il processo il ventunenne si è dichiarato colpevole dei crimini di guerra, ma il suo difensore ha cercato delle attenuanti sostenendo che stesse eseguendo un ordine di un diretto superiore e che non aveva intenzione di uccidere. Ora avranno trenta giorni per presentare appello. Secondo le testimonianze della madre, riportate dal quotidiano russo Meduza, il ragazzo le avrebbe detto di “non credere se qualcuno ti dice che sono andato in Ucraina” per poi riavere sue notizie solo una volta scoperto che era stato fatto prigioniero proprio nel paese invaso.
Shishimarin potrebbe essere usato come scambio per ottenere la liberazione dei soldati ucraini detenuti dalla Russia, tra cui i circa duemila che difendevano l’acciaieria Azovstal a Mariupol. La vedova di Shelipov, che ha identificato nel soldato l’uomo che ha sparato a suo marito, ha chiesto alla corte l’ergastolo per Shishimarin, ma ha anche affermato di essere a favore dello scambio, per salvare la vita dei “nostri difensori”, si legge sul Guardian.