giovedì, Gennaio 2, 2025

Airbnb chiude in Cina a tempo indeterminato

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Airbnb sta chiudendo, a tempo indeterminato, tutte le sue attività in Cina. La politica zero-Covid di Pechino, per contrastare i numerosi focolai di coronavirus che ancora scoppiano nel paese, ha portato l’azienda a sospendere prenotazioni e affitti, a partire dal prossimo 30 luglio 2022. Da quel momento, Airbnb si unirà alla lunga lista di compagnie digitali che hanno lasciato la Cina, come Linkedin, Yahoo, Google o Facebook.

Continui lockdown, restrizioni sui viaggi, interi palazzi sigillati e città bloccate. Sono questi gli effetti causati in Cina dal diffondersi di una nuova ondata della variante omicron. Da quando è scoppiata la pandemia, il governo del Partito comunista non ha cambiato linea, ma ha anzi deciso di rafforzare ancora di più la sua politica di chiusure e limitazioni delle libertà.

Anche nelle maggiori città, come Shanghai e Pechino, la situazione sembra ormai ricalcare le scene drammatiche a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni e che, almeno in Europa, speravamo di esserci lasciati alle spalle. Province e centri urbani restano isolati e anche entrare nel paese diventa sempre più difficile.

In un tale contesto, l’attività di affitti di Airbnb sta soffrendo pesanti perdite, mentre le autorità cinesi non hanno ancora fornito alcuna indicazione rispetto al termine delle restrizioni o dell’attivazione di un piano di coesistenza con il virus. Attivo in Cina dal 2016, Airbnb è stato usato da circa 25 milioni di ospiti, ma la combinazione di una forte concorrenza interna al paese, pandemia e alti costi di gestione del servizio hanno messo in forte difficoltà l’azienda.

Il mercato cinese rappresenta circa l’1% degli incassi globali, ma mentre il resto del mondo si avvia verso le riaperture e la convivenza con il virus, questa percentuale già scarsa sta diminuendo ancora di più. Un trend opposto rispetto al resto del mondo, dove Airbnb ha dichiarato di aver registrato un record di affitti, raggiungendo i 102 milioni di prenotazioni solo nel primo trimestre del 2022.

Pertanto, il fondatore dell’azienda Nathan Blecharczyk, ha inviato una lettera agli utenti cinesi spiegando di aver “preso la difficile decisione di concentrare i nostri sforzi in Cina sui viaggi all’estero e sospendere i nostri affitti nel paese a partire dal 30 luglio 2022”, si legge nel comunicato diffuso da Reuters. Così, i circa 150 mila alloggi gestiti da Airbnb in Cina sono stati rimossi dalla piattaforma, a data da destinarsi.

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