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EasyJet ha fissato un target intermedio di riduzione delle emissioni di CO2, pari al 35% in meno rispetto all’anno fiscale 2020, da raggiungere entro l’anno fiscale 2035. Nel frattempo, dal 2000 a oggi, in un arco di 20 anni, la compagnia ha già ridotto di un terzo le emissioni di CO2 per passeggero, per chilometro.
Il target è in linea con i Science-Based Targets (SBT) di decarbonizzazione del settore ed è stato sottoposto all’approvazione della Science-Based Targets initiative (SBTi), una partnership tra CDP, il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute (WRI) e il World Wide Fund for Nature (WWF), che guida le aziende nei loro percorsi di decarbonizzazione, in linea con quanto previsto dall’Accordo di Parigi.
L’SBTi richiede alle compagnie aeree di attuare un processo di decarbonizzazione all’interno delle proprie operazioni, senza quindi ricorrere alla compensazione delle emissioni di CO2 al di fuori del settore o ad altri meccanismi come l’ETS (Emissions Trading Scheme).
EasyJet intende raggiungere questo obiettivo attraverso una serie di misure: il rinnovamento della flotta, il miglioramento e l’efficientamento delle operazioni, l’ammodernamento dello spazio aereo e l’utilizzo del Saf. La compagnia sta ultimando la sua tabella di marcia per arrivare alle zero emissioni nette di CO2 entro il 2050. A partire dal 2035, si prevede che la tecnologia a zero emissioni di anidride carbonica giocherà un ruolo fondamentale e easyJet sta collaborando con partner del settore, tra cui Airbus, Rolls-Royce, GKN Aerospace, Cranfield Aerospace Solutions e Wright Electric, su diversi progetti con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo della tecnologia degli aerei a zero emissioni.