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Ghali ha rilasciato il nuovo album, Sensazione Ultra, ed è un ponte che collega mondi.
Parole, luoghi, attitudini, lingue, suoni che sembrano provenire da posti distanti anni luce e che l’artista della cover story di GQ di maggio ha connesso. Tante cose convivono perfettamente dentro questo collettore di 12 tracce e 32 minuti di ottima musica tra drill, trap, drum and bass ed EDM Pop concepita nell’era pandemica e dopo un progetto importante come DNA, eclissato dall’evolversi del virus e non supportato da una dimensione live proprio per la contingenza degli eventi.
In questo nuovo disco gioca un ruolo importante anche la presenza degli executive producer Merk & Kremont, che hanno accostato ai suoni più orientali, certe waves proprie degli Ottanta. Una rincorsa al giusto suono che spacchi, che possa rendere riconoscibile un prodotto italiano nel mondo. Prima ancora dei featuring internazionali, per Ghali conta il processo di costruzione delle basi. E in queste basi, non possono, oltre al sound, che essere presenti le sue radici. Il Mediterraneo c’è, è presente anzi immanente. E fa da collante sempre più potente a quella Tunisia e a quell’Italia a cui Ghali sente equamente di appartenere.
Questo connettersi alle due sponde è sempre assolutamente evidente. Basti pensare al primo brano dell’album, Bayna – per molti visto come un prosieguo di Cara Italia– che non è solo un’autocelebrazione sonora e di pura trap, intreccio di linguaggi e livelli che confluiscono in un’acrobatica mescola in arabo bianco (versione più comprensibile della lingua). Bravo, del producer americano London on da Track, è una sorta di freestyle evolutivo e approvvigionamento all’essenza, all’impronta stilistica dell’originario Ghali.