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In un futuro distopico e alienante in cui il metaverso si è impossessato delle nostre vite a tal punto da renderci schiavi della tecnologia, potremmo decidere di smettere di fare figli, optando per la crescita di bambini virtuali in quella che è già stata soprannominata come la prossima “generazione Tamagotchi”. Proprio come negli anni Novanta curavamo e davamo da mangiare ai nostri animaletti digitali, nel metaverso saremo in grado di accudire, coccolare, dare da mangiare e giocare con dei veri e propri bambini virtuali che cresceranno nell’ambiente digitale in via di costruzione e che saranno indistinguibili dai figli veri e propri. Ad ipotizzarlo è Catriona Campbell, psicologa comportamentale ed esperta di Intelligenza artificiale, che ha parlato con il quotidiano britannico The Telegraph dello sviluppo del metaverso e della tecnologia stessa prevedendo l’arrivo di questi “bambini Tamagotchi” entro i prossimi 50 anni.
Un bambino che vive nel metaverso
«Siamo già sulla buona strada per creare la generazione Tamagotchi che, a tutti gli effetti, sarà “reale” per i loro genitori. Basterà pagare un canone mensile per avere un bambino con un corpo realistico, risposte emotive simulate e capacità interattive basate sull’intelligenza artificiale che vivrà nel metaverso. Se ora ci sembra fantascienza, in meno di 50 anni, la tecnologia sarà così avanzata che non riusciremo a distinguerli da quelli del mondo reale», ha affermato l’esperta, citando estratti del suo nuovo libro AI by Design: A Plan For Living With Artificial Intelligence. Insomma, basterà sottoscrivere un abbonamento per crescere un figlio con la possibilità di liberarsene non appena l’adolescenza o il carattere irritabile si affacci all’orizzonte: è sufficiente smettere di pagare o cancellare direttamente il bambino per spegnerlo come fosse (e alla fine lo è) un videogioco.
Il problema del calo demografico
Uno scenario troppo futuristico? Probabilmente oggi sì, ma se non invertiremo la spirale apocalittica che mette insieme costi sempre maggiori per la crescita di un figlio – l’ultima stima di Bankitalia parla di 640 euro al mese – e zero sostegni da parte della società (al netto di qualche spicciolo in termini di assegno unico), l’idea di poter sostituire un bambino vero con un surrogato virtuale potrebbe davvero diventare un’opzione accettabile nel giro di poche decine di anni. Ne aveva parlato anche Elon Musk, riferendosi al nostro paese: «Se queste tendenze continueranno, l’Italia non avrà più una popolazione», ha scritto il miliardario su Twitter guardando al calo demografico come ad una possibile minaccia per la nostra civiltà. E se, da una parte, ci sono un mucchio di paesi come il nostro, con un calo delle nascite oramai strutturale; dall’altra il mondo continua ad essere sovrappopolato e, di conseguenza, consuma più risorse di quante la Terra riesce a produrne finendo in un vortice autodistruttivo.
È necessario trovare una soluzione al problema e il circolo di miliardari tech si è già messo all’opera per riuscirci, con alternative non certo percorribili nel breve periodo: Jeff Bezos ha investito in una startup che punta a invertire il processo di invecchiamento per garantirci una vita più lunga; Musk vuole trasformarci in una razza multiplanetaria alla conquista di Marte, mentre Bill Gates studia nuovi modi per proteggerci dalla prossima pandemia globale. Quel che è certo è che optare per un bambino virtuale non è la strada migliore, ma qualcosa dovremo inventarci prima o poi per combattere la crisi demografica mondiale.