domenica, Dicembre 22, 2024

L'invasione della Popillia japonica diventa sempre più allarmante in Piemonte e in Lombardia

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Allarme Popillia japonica: il coleottero originario del Giappone, ma che dal 2014, anche a causa della progressiva siccità e delle alte temperature dovute ai cambiamenti climatici, infesta la nostra penisola, ha invaso in maniera massiccia in Lombardia e in numerose aree del Piemonte. Secondo Coldiretti, infatti, sarebbero 86 i comuni della provincia di Alessandria in cui è stata segnalata la presenza dell’insetto, che può causare gravi danni a numerose specie vegetali: coltivazioni, alberi da frutto, vigneti, fino ai prati e alle piante ornamentali. La regione Piemonte ha già predisposto azioni mirate per eliminare questi insetti altamente invasivi e, soprattutto, cercare di impedire la diffusione a zone non ancora infestate. 

Dall’Oriente fino a noi

La Popillia japonica (detta anche coleottero giapponese) è uno scarabeo tipico dei territori asiatici, come suggerisce il nome, in particolare del Giappone. Gli insetti adulti di questa specie hanno un corpo ovale di dimensioni molto ridotte (lungo 8-12 millimetri e largo 5-7) di colore verde brillante, le ali bronzee e ciuffi di peli bianchi ai lati dell’addome che permettono di distinguerli da altre specie di scarabei simili. 

Pur essendo originaria dell’Oriente, nel corso degli anni la Popillia japonica si è diffusa anche nei territori non asiatici, in particolare negli Stati Uniti centro-orientali, nel sud est del Canada e nelle isole Azzorre. Negli Stati Uniti, in cui la diffusione è in corso da più di un secolo, questo coleottero è la specie che provoca maggiori danni alle colture prative. Ben presto, complici le temperature in aumento e la crescente siccità, nell’estate 2014 è stato individuato il primo focolaio di Popillia japonica sul territorio italiano, nelle aree di confine tra Piemonte e Lombardia, lungo il corso del Ticino: da allora, la presenza di questo coleottero, che compare con i mesi più caldi dell’anno, è cresciuta sempre di più. Nella provincia di Alessandria, l’area adesso più colpita, la prima segnalazione risale al 2019 nella zona di Casale Monferrato, per poi colpire sempre più comuni ed estendersi a tutto il territorio.

I danni della Popillia japonica

La Popillia japonica è pressoché innocua per gli esseri umani, ma genera notevoli danni ambientali ed economici: trattandosi infatti di un insetto polifago, che quindi si alimenta di numerose specie vegetali, danneggia irreversibilmente molte piante, tra cui diverse di esse coltivate a scopo alimentare. Come si legge in un documento informativo rilasciato dalla regione Toscana, da adulto il coleottero è capace di alimentarsi di oltre 300 tipi di piante, risultando nocivo su oltre 100. In particolare, questi insetti sono ghiotti di alberi da frutto (come il pesco e il melo), della vite, delle coltivazioni di mais e soia, di piante ornamentali (come la rosa e il glicine) e di specie selvatiche (come il tiglio e la betulla), provocando gravi danni a foglie, fiori e frutti in maturazione. Le larve, invece, che si sviluppano nel terreno nutrendosi principalmente di radici, sono particolarmente dannose per i manti erbosi e i pascoli, causandone l’ingiallimento e il disseccamento.

Le azioni di contenimento

Per questi motivi fin dal 1975 l’insetto è stato inserito nella lista redatta dall’European and mediterranean plant Protection organization (Eppo) degli organismi da quarantena (ovvero organismi nocivi in la cui diffusione nel territorio comunitario deve essere ostacolata) e nel 2019 è stato incluso dall’Unione europea tra gli organismi da quarantena prioritari, cioè quelli il cui potenziale impatto economico ambientale o sociale sul territorio comunitario è più grave rispetto ad altri organismi nocivi da quarantena.

Pertanto una situazione del genere richiede interventi tempestivi, pena conseguenze decisamente peggiori nel prossimo futuro.“In questo periodo, sta deponendo le uova, se non si interviene in maniera concreta e veloce il prossimo anno il danno sarà decisamente ingente, molto più di quello attuale: le azioni di contenimento delle popolazioni degli adulti dell’insetto devono essere volte a impedire l’accoppiamento, la riproduzione e la diffusione”, conclude Mauro Bianco. Per contrastarne la diffusione, infatti, si legge sul sito della regione Piemonte, è in corso il posizionamento di 3000 trappole cosiddette attract and kill, in grado di attirare il coleottero con esche specifiche e poi eliminarlo. A partire dal mese di luglio, poi, saranno attivi i monitoraggi nelle zone non ancora infestate.

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