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Una vittoria speciale, come lo può essere soltanto la prima in carriera in Formula 1. La storia di Carlos Sainz Jr. da adesso in avanti sarà diversa, dopo essersi tolto dalle spalle il peso di un successo che sembrava non voler arrivare mai. Lo aveva sfiorato già due settimane fa in Canada, finendo la corsa negli scarichi di Verstappen, a meno di un secondo dal vincitore. Che, tradotto nel linguaggio della Formula 1, significano poche decine di metri, quelli che fanno la differenza tra il primo e il secondo posto sul podio.
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La vittoria è arrivata su uno dei circuiti più difficili e iconici del Mondiale, 150 gare di attesa per poi finalmente liberare tutta la sua gioia, e farlo con una tuta della Ferrari addosso assume tutto un altro significato.
La gioia dopo la grande paura
Una vittoria, quella dello spagnolo, arrivata al termine di uno dei gran premi più drammatici e spettacolari degli ultimi anni, con il bruttissimo incidente capitato a Zhou a inizio gara (macchina capottata e finita contro le reti di protezione a pochi metri dalle tribune gremite di spettatori) che ha fatto restare tutti con il fiato sospeso per diversi minuti.
Sainz, partito dalla pole, ha approfittato poi della safety car entrata in pista negli ultimi giri, sorpassando il compagno di squadra Charles Leclerc, penalizzato dalla strategia della Ferrari e costretto a difendersi fino a terminare al quarto posto. Ma era il giorno dello spagnolo, e con lui hanno fatto festa tutti quelli che non hanno mai smesso di crederci: «Non so cosa dire, è fantastico, la prima vittoria dopo 150 gare con la Ferrari a Silverstone, non potevo chiedere di più», ha detto dopo la gara, «Silverstone è un posto speciale. Qui ho ottenuto la prima vittoria nel 2010 con la formula Bmw e anche la prima pole. Ora, dopo 12 anni, sono riuscito a ottenere lo stesso risultato».
Figlio d’arte
Da sempre in casa Sainz si respira profumo di pista e di motori. Il padre, Carlos Sainz, è stato due volte Campione del Mondo di rally nel 1990 e nel 1992, e ha vinto tre edizioni della Dakar (nel 2010, 2018 e 2020). È stato lui a metterlo sui kart quando era ancora un bambino, e a insegnargli i trucchi del mestiere. E il giovanotto li ha imparati proprio bene, come dimostra la strepitosa pole position ottenuta sabato in condizioni difficili con la pista bagnata. Ha tirato fuori il coniglio dal cilindro, prendendosi una pole insperata davanti a Verstappen e Leclerc, proprio grazie alla capacità di sentire la pista, lui che nella prima parte di stagione con la F1-75 non aveva un gran feeling.