giovedì, Dicembre 26, 2024

Finlandia, la frontiera è il cavallo di Troia delle vacanze dei russi: così entrano e volano nel resto della Ue

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Autobus e automobili colmi di turisti russi attraversano tutti i giorni il confine finlandese a Nuijamaa, nel sud-est del Paese nordico, in un’area dove, da un lato e dall’altro della dogana, le superfici lacustri superano per estensione quelle terrestri, a cominciare dal Ladoga, il lago più grande d’Europa, situato poco lontano, nella Carelia russa

Difficile pensare che i viandanti provenienti da oriente siano esclusivamente attratti dalla quiete (zanzare permettendo) della Finlandia, atmosfera che sostanzialmente troverebbero tra il Ladoga e il non lontano Onega, a casa loro. Improbabile immaginare che il desiderio di dare sfogo a certi impulsi repressi di shopping di prodotti occidentali alto-di-gamma possa trovare piena soddisfazione oltreconfine: Lappeenranta, pur undicesima città del suo Paese, è un agglomerato da 70mila abitanti, che data la relativa vicinanza con San Pietroburgo, che si trova 200 km a sud, neppure ha avuto il tempo di pensare a una qualche esplanade con i brand di lusso, in stile Portofino o Capri.

Testa di ponte per volare nella Ue

La realtà è un’altra. Molti dei turisti russi che ogni giorno varcano la dogana usano la Finlandia come testa di ponte per raggiungere qualunque angolo di Europa desiderino. Il motivo? Con gli spazi aerei Ue chiusi a qualunque volo proveniente dalla nazione in guerra con l’Ucraina, il Paese delle renne e dei Sami è l’unico dal quale moscoviti e connazionali possono volare liberamente dell’Unione. Un vero cavallo di Troia.  Helsinki (e l’aeroporto internazionale di Vantaa) sono a meno di due ore d’auto dalla cittadina di confine. Senza contare le possibili opzioni offerte da alcuni dei numerosi scali disseminati sul territorio circostante: Kuopio e Joensu, rispettivamente ottavo e decimo scalo nazionali, non distano da questo confine più della capitale finnica. La stessa Lappeenranta, poi dispone di un piccolo aeroporto: soggetto in teoria di scarso rilievo, se non per un dettaglio: charter esclusi, l’unico volo di lina regolarmente progammato è un Ryanair che, due volte alla settimana, porta, guarda caso, a Orio al Serio.

Sorpresa? Forse. Proviamo a spiegarla, anche con l’aiuto dell’unità di crisi della Farnesina. Contrariamente a quanto si potrebbe essere indotti a pensare, né l’Italia, né l’Unione Europea hanno mai smesso di rilasciare visti ai cittadini russi, eccezion fatta per quelli della cosiddetta “lista nera”. Il fatto che non ne vediamo (quasi) più è dovuto sostanzialmente al blocco dei voli e al suo effetto di deterrenza: arrivare dalla Russia in treno, in pullman o anche in auto è ancora possibile, anche se oggettivamente scomodo e ulteriormente complicato da un altro fattore. Al contrario di Helsinki, gli altri governi dei Paesi Ue che confinano con Mosca – Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia – hanno limitato il rilascio di permessi tempoanei di accesso ai cittadini russi: il transito via terra tra Russia e Ue è quindi relativamente agevole soltanto attraverso la Bielorussia (e la Finlandia). Per la cronaca, la rimanente opzione pre-guerra era l’Ucraina. E comunque non è esattamente l’idea migliore per chi desiderasse andare in Portogallo, o in Sicilia, o magari alle Canarie o alle Azzorre. Tutto questo spiega il quasi azzeramento dei flussi turistici in arrivo (e il conseguente, esiguo, rilascio di visti ai cittadini russi da parte dell’Italia e della quasi totalità dei Paesi Ue).

Helsinki e i visti ai russi

La Finlandia, sinora, continua a emettere permessi d’ingresso ai russi: al momento ce ne sono circa 100mila validi. E da uno dei suoi aeroporti, arrivare a Formentera o Mykonos, a Roma o a Parigi, è fattibile, con un po’ di fortuna, persino a tariffe low cost. L’altra possibilità per chi dalla Russia volesse raggiungere la Ue in aereo, sarebbe volare attraverso Istanbul o Golfo Persico con le compagnie turche o degli Emirati: chi da Mosca è dovuto tornare in Italia in tempi recenti parla di cifre pari o superiori ai 3mila euro per la sola andata.

In questi giorni c’è chi ha voluto verificare di persona come vadano le cose dalle parti di Nuijamaa, trovando frequentatori “storici” che arrivano da San Pietroburgo, ma anche chi transita da quelle parti prima del grande passo verso le mete (quasi) probite.

Il malcontento tra i finlandesi è palpabile tra chi mal sopporta l’idea di vedere persone che si godono l’estate mentre il loro Paese, o quantomeno il loro governo, ha deciso di invadere un Paese vicino. “Non è giusto che i russi possano viaggiare liberamente attraverso la Finlandia. È come aver tagliato alla radice le basi delle sanzioni stesse – dice all’agenzia France Presse una residente locale – Penso ci dovrebbero essere restrizioni”.

Turisti a Lappeenranta

Turisti a Lappeenranta (afp)

Il locale partito conservatore, all’opposizione, ha proposto in questi giorni di bloccare il rilascio di nuovi visti ai russi, come atto di solidarietà all’Ucraina. “La situazione è insopportabile – racconta Jukka Kopra, parlamentare del Partito di coalizione nazionale – i cittadini ucraini vengono uccisi, e tra loro civili, donne e bambini, e contemporaneamente alcuni russi fanno vacanza nella Ue”.

Il consenso alla proposta, nel parlamento di Helsinki, sembrerebbe vasto e bipartizan. “Personalmente, penso che le restrizioni andrebbero rafforzate – dice Aki Linden, socialdemocratico e premier reggente in assenza (vacanze) di Sanna Marin – La questione è al momento all’esame del ministro degli Affari esteri”.

In un Paese giocoforza in perenne bilico nella gestione dei rapporti con un vicino potente e raramente affine per interessi economici e politici, può accadere che la recente richiesta di adesione alla Nato contrasti con “concessioni” che nazioni con minori connessioni territoriali non avrebbero fatto. D’altra parte, Mosca si è subito affretta, per bocca del portavoce dei Cremlino, Dmitry Peskof, a dichiarare che qualunque ulteriore sanzione indurrebbe una reazione “molto negativa”.

Il boom da quando Mosca ha allentato restrizioni da Covid

Da quando Mosca ha abolito le restrizioni ai viaggi da Covid, il 15 luglio scorso, il numero di turisti che varcano il confine finlandese è cresciuto ogni giorno. Benché lontani dai livelli pre-pandemia, gli attraversamenti nel mese in corso sono stati 185mila, contro i 125mila di giugno. Nel mese non ancora concluso Helsinki ha rilasciato oltre 10mila nuovi visti a cittadini russi.

Le compagnie di bus che collegano San Pietroburgo alla Finlandia confermano l’incremento di traffico. “Offriamo la corsa ogni due giorni, e da qualche settimana facciamo il tutto esaurito – racconta Sergei Ivanov, della Balt Car, confemando che molti dei suoi clienti proseguano il loro viaggio-vacanza in aereo, aggirando il veto Ue. “Approfittano del passaggio più facile”, aggiunge convinto che i numeri continueranno a salire.

Jukka Kopra, parlamentare del Partito di Coalizone Nazionale, all'opposizione, promotore delle restrizioni ai visti ai russi

Jukka Kopra, parlamentare del Partito di Coalizone Nazionale, all'opposizione, promotore delle restrizioni ai visti ai russi

Jukka Kopra, parlamentare del Partito di Coalizone Nazionale, all’opposizione, promotore delle restrizioni ai visti ai russi (afp)

Sul fronte opposto, non tutti sono disposti a sacrificare il prevedibile beneficio economico del ritrovato traffico di turisti. “Questa (bloccare il rilascio di visti n.d.r.) è l’idea più assurda che abbia sentito – dice Mohamad Darwich, ad di Laplandia Market, supermercato a ridosso del confine russo – “Cosa pensano di guadagnare, isolando i normali cittadini russi? Possono creare gravi problemi al commercio e alla popolazione locali”.

“Vengo qui da 12 anni, perché questa è una terra magnifica – racconta, appena arrivato dalla Russia – Dmitri Surovtcev, che ha un visto di ingresso per la Finlandia di 5 anni e ci va fino a 10 volte l’anno. Ora, teme che le paventate restrizioni mettano fine ai suoi transfer. “Sarei molto triste e deluso. Spero che la guerra finisca presto”.

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