sabato, Dicembre 21, 2024

Che cosa fare se si entra in contatto con il vaiolo delle scimmie

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Secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute, sono arrivati a 505 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia. L’infezione continua a svilupparsi quasi esclusivamente tra uomini – 501 casi – mentre tra le donne ne sono stati registrati solamente quattro. Dopo che qualche giorno fa la malattia è stato dichiarata un’emergenza di sanità pubblica internazionale dall’Oms, il ministero della Salute ha ritenuto opportuno diffondere una circolare di aggiornamento sulla situazione in Italia, firmata dal direttore generale per la prevenzione Gianni Rezza, in cui vengono fornite anche alcune indicazioni da seguire per garantire la massima sicurezza nel caso un cui si scopra di essere stati in stretto contatto con una persona positiva.

Cosa fare in caso di contatto con un positivo

La circolare specifica che “in specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie”. I contatti stretti devono essere “identificati il prima possibile e informati della propria esposizione e del rischio di sviluppare l’infezione”. Se si è asintomatici, tuttavia, è possibile continuare le proprie attività quotidiane senza doversi sottoporre a quarantena, a patto di tenere monitorato il proprio stato di salute.

Per i contatti stretti, che entrano in regime di sorveglianza, è indicato di evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma. Inoltre, è consigliato di controllarsi la febbre due volte al giorno e di prestare attenzione a sintomi come mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia, o eruzione cutanea da causa sconosciuta durante i 21 giorni dall’ultima esposizione. Per lo stesso periodo, viene anche raccomandato di astenersi da attività sessuali e evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni, donne in gravidanza e animali domestici. Trascorsi i 21 giorni, ammesso che non si siano manifestate complicazioni, è possibile uscire naturalmente dal regime di sorveglianza. Per i contatti a basso rischio è invece sufficiente “adottare la sorveglianza passiva, autocontrollarsi e informare il proprio medico di famiglia”.

Il vaccino e lo Spallanzani

Secondo quanto comunicato dalla regione Lazio, il vaccino del vaiolo per le scimmie prevede una prima dose e un richiamo da somministrare dopo un intervallo di 2-3 mesi. In attesa che l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) dia il via libera all’utilizzo del vaccino contro il vaiolo Imvanex anche per il vaiolo delle scimmie, Ansa riporta che l’istituto per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma sarà “presto pronto a partire con il vaccino del vaiolo per monkeypox”, come annunciato dall’assessore alla Sanità della regione Lazio, Alessio D’Amato.

Lo Spallanzani ha offerto la propria disponibilità ad essere centro regionale di riferimento per la vaccinazione per il Monkeypox – ha dichiarato il direttore generale dello Spallanzani Francesco Vaia –. Abbiamo offerto, inoltre, la nostra expertise, anche con il contributo delle associazioni, per una corretta campagna di informazione”.

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