sabato, Dicembre 21, 2024

L'alimentazione intuitiva non è una dieta

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Le regole delle varie e numerose diete esistenti possono disorientare. I grassi sono buoni o cattivi? I carboidrati fanno bene o male? Ci sono alcune persone che le caldeggiano solo come uno strumento utile a individuare eventuali intolleranze alimentari. Altri le sostengono come un mezzo per avere maggiore lucidità mentale o riserve di energia a cui attingere durante la giornata lavorativa. Altri ancora consigliano di evitarle del tutto, avvertendo che spesso si tratta di soluzioni temporanee. «Si ottengono dei risultati perché qualcosa viene eliminato», ha dichiarato a GQ il dietologo Wesley McWhorter. «Le diete, però, sono dicotomiche: si perde peso nell’immediato e si ingrassa a lungo termine».

Eppure, nonostante l’apparente confusione su quale sia il modo migliore per mettersi a dieta, o se sia il caso di farlo, gli adulti negli Stati Uniti continuano a cercare di seguire un regime alimentare specifico o comunque alternativo. Secondo i dati del National Center for Health Statistics, circa la metà degli adulti statunitensi cerca ogni anno di perdere peso. Esiste, però, un’altra strada da percorrere quando si tratta di cambiare il proprio modo di mangiare per essere e sentirsi più sani che non richiede di ricorrere alle diete, di conteggiare costantemente le calorie, misurare i grammi di proteine o controllare l’apporto degli alimenti sull’indice glicemico. Ecco l’intuitive eating, l’alimentazione intuitiva.

È normale, sano e giusto avere fame

Il termine intuitive eating deriva dal titolo di un libro pubblicato nel 1995 dalle nutrizioniste Evelyn Tribole ed Elyse Resch: Intuitive Eating: A Revolutionary Program that Works. Il principio fondamentale che ha ispirato la loro pubblicazione deriva dall’idea di sostituire il senso di colpa legato al mangiare con una sensazione di benessere: mangia quando hai fame e smetti quando sei sazio. Seguire una dieta può indurre le persone a non fidarsi più dei segnali naturali del proprio corpo. L’alimentazione intuitiva ha lo scopo di controbilanciare questa sensazione. «L’obiettivo è rompere i ricorrenti cicli di abbuffate e privazioni croniche, nonché le conseguenze emotive di questi comportamenti per sanare il nostro rapporto con il cibo», come ha scritto Ali Francis, redattore di Bon Appetit, all’inizio di quest’anno. Basato sulla necessità di seguire gli istinti biologici del nostro corpo, anziché concentrarsi sul rispetto rigoroso di una dieta, l’approccio intuitivo va inteso come una soluzione a lungo termine per capire perché e in quale modo si mangia. Nulla a che vedere, quindi, con un regime finalizzato a dimagrire. A quanto pare, l’intuitive eating è in aumento tra i più giovani: un sondaggio del 2019, pubblicato dall’organizzazione no-profit International Food Information Council, ha mostrato che il 49% dei giovani tra i 18 e i 34 anni conosceva già l’alimentazione intuitiva.

Dimentica le regole

Tutta l’alimentazione intuitiva si basa su una serie di 10 principi, a partire da «Rifiuta la mentalità della dieta». A prima vista sembrano le tipiche regole che ci si possono aspettare da una determinata dieta, anche se Evelyn Tribole ed Elyse Resch sostengono che questi principi dovrebbero essere considerati più come linee guida generali. Il punto è che le persone devono leggerli e scegliere i principi in grado di aiutarli di più. «Ignora i libri di dieta e gli articoli delle riviste che ti offrono la falsa speranza di perdere peso in modo rapido, facile e permanente,» prescrive il primo punto dell’intuitive eating. «Rifiuta la cultura dietetica che promuove la perdita di peso e con essa tutte le bugie che ti hanno portato a sentirti un fallito ogni volta che una nuova dieta ha smesso di funzionare e hai ripreso peso». Non deve sorprendere che la prima linea guida raccomandi di rifiutare la cultura della dieta. Senza dubbio avrai visto o sentito etichettare gli alimenti come buoni o cattivi rispetto alla nostra salute. Naturalmente, nessuno di coloro che praticano l’alimentazione intuitiva ti sta dicendo di riempire il carrello della spesa di alimenti grassi e pieni di zucchero. L’alimentazione intuitiva cerca solo di ribaltare il copione. La cultura dietetica arriva a dire che una fetta di pizza è consentita solo nei giorni di dieta; mangiare in modo intuitivo significa che una fetta di pizza non è un tradimento o un fallimento. Esistono alcune ricerche, tra cui uno studio del 2015 citato da Francis, in grado di dimostrare come l’alimentazione intuitiva sia foriera di un «minore disagio psicologico» tra le persone che la provano invece di seguire una dieta.

È il caso di provare?

Secondo altri dati sembra che mangiare in questo modo possa portare a una riduzione dell’indice di massa corporea, oltre che a un «mantenimento del peso» e a «possibili miglioramenti degli indicatori di salute fisica diversi dall’IMC», tra cui un miglioramento della pressione sanguigna e dei comportamenti alimentari. Tuttavia, la ricerca sui benefici complessivi dell’alimentazione intuitiva rispetto alle varie diete è ancora in corso. Senza dubbio, le persone che soffrono di determinate patologie hanno bisogno di un’alimentazione più rigorosa. Ad esempio, chi soffre di diabete deve controllare gli alimenti in base all’indice glicemico per tenere sotto controllo la concentrazione di zuccheri nel sangue. In ogni caso, le altre linee guida dell’alimentazione intuitiva dovrebbero suonare familiari perché ricalcano un corretto approccio nell’affrontare i pasti. La seconda linea guida, per esempio, dice di «onorare la tua fame»: mangia quando hai fame e finché non sei sazio; così facendo, ti alimenterai in modo molto più consapevole e non sentirai il bisogno di abbuffarti. Come scrivono Tribole e Resch: «Quello che conta è ciò che mangi con costanza nel tempo».

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