sabato, Dicembre 21, 2024

La Russia dice di aver identificato chi ha ucciso la figlia di Alexander Dugin, politologo fedele a Putin

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L’intelligence russa ha accusato una donna ucraina dell’omicidio di Darya Dugina, figlia del politico e filosofo di estrema destra russo Alexander Dugin. L’autrice dell’attentato, in base alle dichiarazioni del Servizio di sicurezza federale (Fsb) all’agenzia stampa russa Tass, sarebbe Natalya Vovk, che ora si troverebbe in Estonia. L’Ucraina respinge ogni addebito.

Per l’Fsb Vovk sarebbe un’agente dei servizi segreti ucraini e l’attentato sarebbe stato programmato da un mese. Secondo quanto si legge sulla Tass, Vovk dovrebbe essere arrivata in Russia assieme alla figlia di dodici anni lo scorso 23 luglio, affittando un appartamento nello stesso palazzo in cui viveva Dugina “per pianificare l’omicidio e raccogliere informazioni sulle sue attività quotidiane”.

Per entrare nel paese, la donna avrebbe usato un veicolo con targa della autoproclamata repubblica separatista di Donetsk, per poi cambiare automobile al fine di spiare l’obiettivo, usando una Mini Cooper targata Kazakistan. Infine lo stesso giorno dell’omicidio di Dugina, avrebbe poi usato un’altra auto con targa ucraina per uscire dal paese e arrivare in Estonia, dopo un viaggio di circa 12 ore da Mosca attraverso l’intera regione di Pskov, che confina con lo stato europeo.

Il giorno dell’attentato, in base alla ricostruzione dei servizi russi, Vovk e la figlia avrebbero partecipato al festival di letteratura russa Tradizione, tenutosi nell’antica residenza del poeta russo Alexander Pushkin nella periferia di Mosca, al quale Darya Dugina e Alexander Dugin hanno partecipato come relatori. Là Vovk avrebbe installato un ordigno esplosivo sotto l’auto su cui avrebbero dovuto viaggiare i due. Tuttavia Dugin, che si suppone fosse il vero obiettivo dell’azione, sembra abbia deciso all’ultimo momento di prendere un altro veicolo, scampando così all’esplosione.

Dugina, nata nel 1992, era una giornalista che ha lavorato per la rete televisiva Russia Today, controllata dal Cremlino, e per il canale conservatore Tsargrad Tv, fondato e controllato da Konstantin Malofeev, conosciuto anche come “l’oligarca di Dio” per i suoi contatti e i suoi finanziamenti ai gruppi religiosi ultra tradizionalisti in tutto il mondo. Malofeev, in base a un’inchiesta di Report, oltre a essere un forte sostenitore del presidente russo Vladimir Putin, è anche uno dei finanziatori dei partiti di estrema destra come il Fronte Nazionale, della francese Marine Le Pen, e ha costruito ottime relazioni con la Lega in Italia.

Dopo il suo periodo nei media tradizionali, dal 3 marzo 2022, Dugina è stata caporedattrice di un sito di disinformazione chiamato United world international (Uwi), di proprietà di un altro alleato di Putin, Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo di mercenari Wagner. Dalle colonne dell’Uwi, la giornalista ha sostenuto l’invasione russa dell’Ucraina, diffondendo notizie su come i crimini di guerra commessi contro i civili fossero una messa in scena di Kyiv e altre fake news.

A seguito di queste dichiarazioni, Dugina è stata inserita nell’elenco degli individui colpiti dalle sanzioni del dipartimento del Tesoro statunitense e dal governo britannico, rivolte contro i sostenitori di Putin, per aver fornito sostegno e promosso politiche e azioni per destabilizzare l’Ucraina, minacciarne l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza” e per essere un’autrice di alto profilo della disinformazione riguardo all’Ucraina e all’invasione russa dell’Ucraina su varie piattaforme online”.

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