giovedì, Dicembre 26, 2024

The Sandman cerca di rimanere fedele al fumetto. Ed è il suo peggior difetto

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Se l’aderenza della serie alla scrittura di Gaiman è un difetto, lo è anche la decisone di non riprendere in modo altrettanto pedissequo gli elementi visivi del fumetto. Ci sono alcuni momenti in cui particolari disegni sono volutamente ricreati sullo schermo – le illustrazioni di Sam Kieth nel primo numero, in particolare, sono oggetto di molta attenzione nell’episodio di apertura – ma nel complesso, lo show sembra più vago e sbiadito rispetto a quanto i creatori del fumetto sono riusciti a realizzare ormai trent’anni fa. L’inferno, soprattutto, risulta notevolmente ingrigito rispetto alla tavolozza di colori creata da Robbie Busch in Sandman 4 del 1989, nonostante i mezzi a disposizione nel 2022 sul fronte degli effetti visivi.

I meriti

Tutto ciò non significa che la produzione di Netflix sia un disastro o che non abbia alcun merito. Il cast è quasi sempre superlativo e fa un lavoro eccellente che spesso compensa le carenze della scrittura. David Thewlis nel ruolo di John Dee, in particolare, è assolutamente convincente nonostante le mancanze a livello di scrittura del personaggio; anche il Corinzio di Boyd Holbrook si lascia guardare, grazie alla vivacità che l’attore conferisce ad alcuni dialoghi che altrimenti potrebbero risultare piatti. Va detto che i cattivi dell’opera sono una spanna sopra a praticamente tutti gli altri, ma questo è un difetto che non appartiene solo a The Sandman (tra i fan del fumetto aveva fatto molto discutere la scelta di cambiare l’etnia o il sesso di alcuni personaggi; onestamente, però, a giudicare dal risultato finale, l’impressione è che gli showrunner abbiano preso la decisione giusta in quasi tutti i casi).

E ci sono, come sottolineato in precedenza, momenti in cui tutto funziona, per quanto brevi: le interazioni tra Abel e Goldie oppure i frangenti in cui appare Desiderio, per esempio, che rubano la scena ogni volta.

La verità è che The Sandman non è una brutta serie, e nemmeno un brutto adattamento del celebrato materiale di partenza. Ma è uno show con dei difetti decisamente tangibili e evidenti. Per fortuna, niente a cui non si possa mettere una pezza con facilità prima che la produzione della seconda stagione dello show avanzi troppo. Il potenziale di The Sandman è visibile in quasi ogni fotogramma: il trucco è trasformare quel sogno in realtà.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired UK.

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