domenica, Gennaio 5, 2025

Il business milionario dietro la sorveglianza con i droni in mare

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Anche Schiebel, colosso austriaco della difesa, è finita sotto la lente delle Nazioni Unite per la vendita al Myanmar di uno dei suoi droni, il Camcopter s-100, di cui ha fatto uso anche Emsa. L’agenzia lusitana, come spiega una portavoce di Schiebel, dopo il primo contratto ne ha vinto “un secondo, per la durata di tre anni”, all’inizio del 2021, “con l’opzione di estensione”. Schiebel, che non ha risposto a tutte le domande di Wired, specie sulla raccolta e l’uso dei dati, ha precisato che i suoi droni “non usano algoritmi di riconoscimento facciale o altri sistemi di sorveglianza biometrica”.

Nel Baltico appalti per circa 9,2 milioni vanno nelle tasche di Nordic Unmanned, società norvegese di velivoli che nel 2021 ha chiuso con 105 milioni di ricavi e che annovera proprio Emsa tra i clienti più importanti. “Lasciate che siano i nostri droni a fare il lavoro sporco, noioso e pericoloso”, recita sul sito il gruppo di Sandnes, nel sud-ovest del Paese e quotato dal 2020 al listino Euronext Growth, pensato dalla borsa europea per le pmi a caccia di capitali. Nordic Unmanned, che non ha mai risposto alle domande di Wired, partecipa agli appalti anche in consorzio con Ums Skeldar, joint venture che sviluppa droni, nata nel 2019 da un accordo tra il gruppo svedese della difesa Saab e l’elvetica Ums Aero group (specializzata in velivoli autonomi). Ums Skeldar ha detto di non poter rispondere a causa di accordi di non divulgazione. In entrambi i casi, i droni vengono usati per monitorare emissioni e inquinamento in mare. A maggio 2021 viene prorogato per altri 12 mesi il contratto con Nordic Unmanned, alla quale nel 2020 si chiedono servizi aggiuntivi per le telecamere “adatti per funzioni multiple di videosorveglianza”.

Una missione di Ums Skeldar per Emsa con i droniUms Skeldar

Le opportunità dai satelliti

Anche alcune aziende italiane vengono arruolate da Emsa. Una è Leonardo, nel 2018, per una missione interrotta nel 2019. L’altra è E-Geos, società di servizi di osservazione satellitare partecipata all’80% da Telespazio (a sua volta partecipata da Leonardo) e al 20% dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), che lavora con Emsa dal 2007. L’attuale contratto, durata quattro anni, si concluderà a settembre. A Wired Paola Nicolosi, responsabile ambiente nella divisione programmi di applicazione per la difesa e l’ambiente di E-Geos, spiega che la società ha contratti con Emsa per 2 milioni di euro “negli ultimi tre anni di cui il 15% in servizi relativi alla sorveglianza marittima relativa alla componente sicurezza. Attualmente E-Geos è responsabile per il monitoraggio delle acque del Mediterraneo orientale e del Mar Nero”. A sua volta, spiega Nicolosi, Emsa “eroga il servizio agli Stati Membri europei, ad oggi più di 50. Più di 6.000 gli utenti finali. Si tratta di un sistema di monitoraggio con alte prestazioni, pienamente operativo, sempre attivo, che si concentra principalmente in Europa ma si estende anche ad altre parti del mondo”, tra cui Mar Nero e Mar Caspio. Ma la società, ricorda la manager, ha erogato “servizi di sorveglianza marittima in Australia, Arabia saudita, Inghilterra, Africa, Sud-America e Sud-Est asiatico”.

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