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Nell’ultimo weekend Chiara Ferragni è finita al centro delle polemiche sui social per aver postato una storia su Instagram. In particolare, a destare scalpore è stata una frase rivolta al figlio Leone: “Solo un minuto Leo – si sente dire da qualcuno (forse la tata?)-. Fai un sorriso, poi hai finito e puoi continuare a disegnare”. Parole che hanno acceso le polemiche in Rete sulla grande esposizione mediatica a cui sono esposti i figli dell’influencer. Un argomento delicato che fa il paio con quello legato al fenomeno dei baby influncer: sempre più bambini, infatti, si ritrovano già dai primi anni d’età ad apparire sui social, vuoi per la padronanza con il mezzo tecnologico che iniziano ad aver fin da piccolissimi, vuoi per scelta dei genitori, che decidono di iniziare a condividere foto e video dei propri figli, consapevoli o meno, delle possibili conseguenze.
Genitori, bambini e social network
I Ferragnez fin dalla nascita del primo figlio hanno sempre pubblicato e condiviso i momenti di condivisione famigliare sui propri profili, ribadendo in più di un’occasione il loro essere consapevoli di questa scelta. Chiara Ferragni e Fedez non sono i soli, però. Anche altri vip e influencer hanno optato per questa scelta e, ormai da un po’, a far compagnia ai figli dei famosi, ci sono anche quelli delle persone comuni. Da qualche tempo, infatti, sia su TikTok sia su Instagram diversi bambini sono diventati popolari grazie a dei video postati dai genitori sui propri profili. Dalle prime luci del Web i bambini fanno parte di quei contenuti “cute” dal grande potenziale virale. Per questo, indipendentemente dall’intento con cui si condivide materiale che include minori (e in questo caso parliamo di bambini che non hanno più di quattro o cinque anni), bisogna fare attenzione con la bomba a orologeria dei social, perché quello che potrebbe essere un semplice ricordo ben presto può finire ovunque. Ovviamente, anche in mani sbagliate.
Una linea che divide
Bisogna però fare un lieve distinguo tra il fenomeno baby influencer, a cui si accennava sopra, e quello – ancora senza nome – dei bambini ripresi e postati sui social. I primi, infatti, sono leggermente più grandi (dai 7 ai 16) e possono essere vagamente consapevoli dei contenuti di cui sono protagonisti: spesso si tratta di sponsorizzazioni o di contenuti divertenti, di cui il bambino/adolescente conosce praticamente tutto e, in alcuni casi, è addirittura ideatore di un determinato video. Magari anche insieme ai genitori. Su YouTube, per esempio, ci sono molti baby influencer che raccontano le loro esperienze e viaggi in famiglia oppure mostrano come realizzare uno slime fai da te. Insomma, un mondo che non è poi così diverso da quello che alcuni bambini degli anni Ottanta e Novanta hanno vissuto tra spot pubblicitari, film e programmi tv.
Gli altri, invece, sono tendenzialmente più piccoli, conoscono altrettanto bene il mezzo dello smartphone perché ne hanno fatto esperienza fin dai primi mesi di vita, ma forse non riescono ancora a capire effettivamente la reale platea a cui sono esposti. Magari perché i genitori condividono un loro video sui social in maniera del tutto innocua, perché in quella circostanza risultano particolarmente simpatici e il contenuto è molto divertente. A quel punto, se il video diventa virale o meno lo possono realizzare davvero soltanto i genitori. E questo può essere un rischio. Perché il genitore in questione potrebbe farsi “ingolosire” dai numeri fatti da un determinato contenuto, fino a creare un profilo seriale dedicato al bambino.
Due esempi noti
In questo senso, negli ultimi tempi, due profili in particolare hanno fatto un vero boom di visualizzazioni: sono due bambine italiane di cui non condivideremo ulteriori dati. Entrambe sono popolarissime e una delle due, in particolare, ha permesso all’account della madre di superare il milione di follower.
Nei video le bambine vengono riprese mentre raccontano fatti buffi oppure quando si atteggiano a fare le adulte, oppure semplicemente quando ballano in casa. Insomma, niente di diverso di quello che fanno i loro coetanei. La loro simpatia ha permesso loro di spopolare in maniera così netta da portare altri utenti al remix dei loro contenuti: questo significa che sono nati nuovi video, pubblicati da altri utenti, con le voci delle bambine o nuove condivisioni da parte di altri profili portando i loro volti nelle bacheche di altre persone. Questi video, da milioni di visualizzazioni e condivisioni, soprattutto se prodotti in maniera seriale, diventano sempre più difficili da monitorare in un ecosistema come quello dei social network che ha sempre meno confini.