Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Twitter content
This content can also be viewed on the site it originates from.
Le dichiarazioni russe
Nonostante ciò Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha negato l’uso dei droni iraniani in Ucraina, sostenendo come “vengano usate attrezzature russe con nomenclatura russa”. Una risposta che lascia ampio spazio a interpretazioni, visto che, secondo Reuters, in Ucraina sono stati trovati diversi droni distrutti etichettati con il nome Geran-2, cioè il nome dato dai russi agli Shahed-136 iraniani.
Le dichiarazioni russe sono pertanto ritenute inaffidabili sia dai governi occidentali sia da media internazionali. In particolare, Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Danimarca hanno confermato ufficialmente l’uso di droni iraniani da parte della Russia e, in base alle inchieste di Daily Mirror, New York Times e Cnn, sarebbe stata confermata la presenza di istruttori iraniani in Crimea, inviati per addestrare i militari russi alla guida dei droni di Teheran.
La strategia della Nato
Nonostante Kyiv abbia cominciato a richiedere questi sistemi già dai primi giorni dell’invasione, per chiudere lo spazio aereo sul paese, l’Ucraina non è ancora dotata di avanzati sistemi di difesa aerea come quelli impiegati da Israele proprio contro i droni e i missili iraniani. Attualmente, l’esercito e la popolazione civile ucraina stanno usando qualunque mezzo a loro disposizione per contrastare gli attacchi dei droni kamikaze, sparando con pistole e fucili dalle finestre delle proprie case, i civili, o con armi automatiche, lanciamissili e sistemi anti aerei, i militari.
Tuttavia, le munizioni dei sistemi antiaerei sono molto costose e ne limitano l’utilizzo, mentre i nuovi sistemi di difesa aerea statunitensi Vampire, piccoli ed economici, non arriveranno in Ucraina prima del 2023. Pertanto, la Nato ha già messo in campo un’operazione per fornire a Kyiv centinaia di dispositivi elettronici per disturbare il segnale di guida dei droni, in modo tale da fargli perdere il controllo ed evitare che caschino sugli obiettivi strategici come centrali elettriche o acquedotti. Questi dispositivi potrebbero rendere inefficaci i droni russi e iraniani, senza spreco di munizioni e quindi senza gravare ulteriormente sulle casse Ucraine e occidentali.