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Quando Netflix era ancora un servizio di videonoleggio e i canali generalisti rimanevano ingessati per la paura di rischiare, l’arrivo di Boris, inizialmente passato in sordina, diede la stura a un nuovo movimento autoriale nella scrittura dei prodotti seriali televisivi. Come? Raccontando, in maniera ironica e originale, il “retrobottega” delle macchine di produzione, attraverso gli occhi di Alessandro, giovane innamorato del piccolo schermo che riesce a entrare come stagista nello staff di un’immaginaria fiction dal titolo Gli occhi del cuore.
Di fronte a lui, una realtà ben diversa da quella fin lì immaginata, e il risveglio di una generazione, quella nata tra la seconda metà degli anni ‘70 e la fine degli ’80, dall’incanto, ma meglio sarebbe dire “inganno”, di un piccolo schermo tutt’altro che perfetto.
Nell’arco di tre stagioni, dialoghi, battute e situazioni al limite del grottesco sono entrate nel vocabolario dello spettatore italiano, per la freschezza di scrittura degli sceneggiatori Luca Vendruscolo, Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre e la verve di interpreti fuori dalle righe. È anche in virtù del successo di Boris, se attori come Francesco Pannofino e Caterina Guzzanti, ma in un certo senso anche Pietro Sermonti e Carolina Crescentini – che pure stavano già lavorando – sono rapidamente saliti alla ribalta nazionale.
Quarantadue episodi, 14 per stagione, per proclamare un cult televisivo diverso dalle solite fiction. Le vicissitudini del pesce rosso del regista René Ferretti (Pannofino), che dà il titolo alla serie seppure fuori dalla trama, ed è sempre presente tra i macchinari di scena, quasi come un avatar dello scorbutico film-maker, hanno finito per coinvolgere in singoli episodi guest star di vario calibro da Elio – voce della sigla de Gli occhi del cuore – a Valerio Mastandrea, Corrado Guzzanti e il (non ancora) premio Oscar Paolo Sorrentino. Il tutto in un crescendo di apprezzamenti unanimi di critica, artisti e pubblico, fino a un meritato sbarco in sala con un omonimo film nel 2011.
Boris è amato ancora oggi con il suo tono satirico e dissacrante e il suo occhio su un microcosmo di sentimenti, mediocrità, ambizioni e rivalse che poi sono quelle che incontriamo tutti nella vita di tutti i giorni, spesso entrando con i suoi modi di dire nel nostro vocabolario quotidiano…
10 battute per Boris
«Basito-F4»
È l’espressione tipica con cui si chiudono le scene più profonde de Gli occhi del cuore, la fiction a cui lavorano i protagonisti. Talmente frequente che agli sceneggiatori basta premere il tasto F4 per aggiungerlo al copione…
«A cazzo di cane»
È il consiglio tipico del regista Ferretti per i suoi attori, quando cerca di suggerire qualche miglioria nell’interpretazione…qualcosa di preciso, insomma
«Il gioieiere»
Una parola apparentemente impronunciabile, almeno per l’incapace Corinna – alias Carolina Crescentini – costretta a ripetere allo sfinimento una scena carica di pathos.
«Ce l’hai un crickirs?»
Sempre in tema di difficoltà di pronuncia, la tossica dalla bocca un po’ impastata chiede insistentemente un “crickirs” da mangiare a una stranita Caterina Guzzanti
«Ho la sensazione che Shakespeare ultimamente sia un po’ troppo italiano»
Il protagonista Stanis sfoggia il suo bagaglio culturale in una critica raffinata a tavola.
«A catalitico!»
Imprecazione rivolta al ragazzo che cerca di far valere la militanza politica del padre…senatore dei Verdi.
«Muto!»
Questi è il capo elettricista Biascica – un nome una garanzia – al povero stagista che non ha mai voce in capitolo sulle decisioni…
«Smarmella»
Voce del verbo…smarmellare, nel gergo del direttore della fotografia Duccio Patanè significa “aprire al massimo i fasci luminosi per riempire la scena di luce bianca”
«Troppo frizzante»
È la battuta preferita di Benedetto, l’autore che viene affiancato a René dalla produzione con un modo di fare…grintoso
«Caput!»
È la battuta che simboleggia la filosofia – e la preveggenza – della serie: qualora un giorno arrivasse qualcuno di veramente capace a dirigere e scrivere uno sceneggiato tv, tutta la macchina di Boris salterebbe per aria…
[testo originariamente pubblicato il 18 aprile 2017; ultimo aggiornamento 26 ottobre 2022]