Questo articolo è stato pubblicato da questo sito


Nella serie tv Sex and the City, il personaggio principale non dichiarato, ovvero l’entità non vivente che tuttavia è onnipresente ed esercita grande potere e un’enorme influenza estetica, è la stessa New York City. Anche House of the Dragon, un’altra serie della HBO che tratta di brutali questioni di cuore e di alcune strambe situazioni sessuali, ha la sua versione: la mezza coda di cavallo. La storia, un prequel di Game of Thrones, si svolge 200 anni prima degli eventi narrati nella serie originale e si concentra sulle vicende della dinastia Targaryen. In pratica, mentre in Game of Thrones c’era una sola parrucca Targaryen biondo platino ricorrente, nel prequel quasi tutti ne sfoggiano una, portata insieme alla mezza coda di cavallo. Si tratta di una capigliatura talmente diffusa tra i personaggi della serie che Vulture ha pubblicato un’intera classifica sulle migliori mezze code presenti in House of the Dragon. Quando ho visto Matt Smith comparire sullo schermo nei panni dello spietato principe Daemon Targaryen, con tanto di mezza coda che a quanto pare lui riesce a trovare il tempo di acconciare meticolosamente tra sanguinose battaglie, cavalcate sul drago ed effusioni alla nipote, mi sono reso conto dell’importanza del look più diffuso di Westeros. Non siamo di fronte a una semplice acconciatura, ma a un dettaglio estetico distintivo per dire: «Questo tizio è il personaggio di una serie fantasy».
Da dove è ibiziato tutto? In origine, la mezza coda di cavallo in stile ultra fantasy con tanto di tintura bionda, sembra essere appartenuta al principe elfico uscito dalla penna di J.R.R. Tolkien raffigurato sulle copertine dei tascabili o nell’adattamento animato di Ralph Bakshi del 1978 in una primitiva versione «cocaine chic». Nei film di Jackson, invece, Orlando Bloom sfoggia lunghi capelli biondi e setosi, legati all’indietro fino a formare una mezza coda. A proposito, ricordi come ci sei rimasto quando, nel 2001, hai scoperto l’aspetto reale dei capelli di Bloom? Tutti i più importanti protagonisti con la coda di cavallo presenti nel fantasy contemporaneo: da Henry Cavill in The Witcher, fino a Daemon in House of the Dragon, hanno un debito nei confronti di questo personaggio. Così, ho voluto scoprire come è nata l’idea dalla fonte più autorevole e ho chiamato direttamente Peter Swords King il premio Oscar per l’acconciatura della trilogia del Signore degli Anelli. Mi ha riferito di non essersi ispirato a un modello estetico precedente nel realizzare l’acconciatura di Legolas. «Abbiamo passato settimane a sperimentare diverse soluzioni fino ad arrivare alla mezza coda. Allora, Peter Jackson ha detto: ‘Oh, mi piace molto. È fantastico!’», ha ricordato King. «Legolas aveva due trecce ai lati della testa che gli tenevano i capelli lontani dal viso. Inoltre c’era una punta in cima alla schiena che veniva tirata a coda di cavallo». «Gli elfi non possono avere i capelli disordinati», ha precisato King. «Molti altri personaggi se lo possono permettere, e va bene. Ma gli elfi, proprio no. Non è nello stile elfico essere disordinati».
King ha lavorato anche all’adattamento in tre parti del film Lo Hobbit di Jackson e ha sottolineato di aver realizzato una versione più aggressiva di questo stile per Luke Evans quando interpretava Bard l’Arciere. «A un certo punto si è trovato ad avere tutti i capelli sciolti e io gli ho detto: ‘No, no, così non va bene: proviamo una volta a tenerli metà su e metà giù’», ha raccontato. «L’ho fatto e ho esclamato: ‘Ecco, è perfetto!’ Era la soluzione ideale. Vogliamo vedere i capelli in movimento quando corre e combatte, ma non gli devono finire sul volto». Il problema dei capelli era che «non appena iniziava a combattere, anche se venivano fissato con un prodotto e tutto il resto, gli finivano in faccia. Aveva un brutto aspetto. Sembrava sciatto e disordinato». Questo è il motivo principale per cui questo genere di acconciatura è diventata tanto frequente: è pratica, soprattutto nei film e nelle serie in cui viene richiesto ai personaggi di impegnarsi in continue scene d’azione. Come ha sottolineato King, «i guerrieri che combattono con i capelli sciolti risultano davvero ridicoli». Rosalia Culora, hair designer di House of the Dragon che ha lavorato anche al film originale Game of Thrones, ha confermato lo spirito pratico alla base di questa acconciatura. «Se qualcuno sta cavalcando un drago, non vuole avere i capelli che gli coprono il viso», ha osservato. «La mezza coda è pratica, universale e unisex. In più è facile da realizzare». Bisogna, comunque, ricordare che trattiamo di serie fantasy: non si può essere eccessivamente pragmatici. Vedere qualcuno con un taglio di capelli moderno spuntare nella Terra di Mezzo avrebbe un effetto straniante che rischia di portarci immediatamente fuori dall’atmosfera della storia. «Desideriamo avere la sensazione di trovarci in un mondo fantastico», ha spiegato King. «Se appari con un taglio di capelli contemporaneo, sembrerai solo un uomo con addosso un costume di scena». Il pregio di questo look consiste nel fatto che è molto comune per le donne, ma raramente si vede un maschio adottarlo nella vita reale. Al di fuori, per esempio, del folle megaparty Orgy Dome che si svolge al Burning Man. Tuttavia, è diventato così caratteristico sullo schermo che perfino io, una donna, quando provo a indossarlo mi sento come se fossi stata appena arruolata per difendere il Fosso di Helm nella Terra di Mezzo.
La cosa particolare è che non esistono nemmeno precisi riferimenti storici. Molte di queste serie si rifanno all’epoca medievale, attraverso l’estetica dell’ambientazione e una serie di allusioni politiche coincidenti, grossomodo, con quel periodo. Rachael Gibson, esperta di storia dell’acconciatura, mi ha rivelato la mancanza di particolari prove a suffragio dell’ipotesi che gli uomini di quell’epoca indossassero questo tipo di look. «Gli uomini hanno sicuramente avuto capelli più lunghi durante la maggior parte del Medioevo, ma non li hanno portati mezzo su e mezzo giù. Risalenti a quel periodo, ci sono testimonianze sulle code di cavallo e molti strani tipi di frangia. Ma niente nodi in testa», riferisce. «Se torniamo indietro all’antica Grecia, osserviamo molti più nodi e chignon adottati dagli uomini». Se aggiungiamo che le varie produzioni cercano di conferire ai loro personaggi anche un’aurea sexy che li renda il più possibile attraenti, la questione non è poi così complicata da capire. «Si cerca di ottenere l’immagine fantastica di un uomo dal fisico prestante con una bella chioma in qualche modo controllata. Una capigliatura che riveli l’attenzione a prendersi cura di sé. Un personaggio attraente e non trasandato», ha concluso King. «Questi sono uomini di cui le persone possono innamorarsi».
Leggi anche:
4 cattive abitudini che provocano la forfora
I migliori prodotti per capelli, secondo GQ, per avere una chioma bella in modo assurdo
I migliori prodotti che dovresti provare per fermare la caduta dei capelli
Timothée Chalamet dà spettacolo a Venezia con i suoi incredibili capelli
Le 10 regole che devi conoscere per prenderti cura della tua testa rasata