venerdì, Dicembre 27, 2024

Covid-19: cosa sappiamo sulla nuova e preoccupante ondata in Cina

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Sono passati già due anni da quando è arrivato il primo vaccino contro Covid-19 in Europa. Ma la situazione pandemica ancora oggi sembra preoccupare gli epidemiologi di tutto il mondo. In Cina, infatti, l’allentamento e l’abolizione delle rigide misure restrittive anti-Covid, a seguito delle proteste dei cittadini, potrebbe far diventare la situazione davvero allarmante. Basta pensare che il numero di contagi e di decessi in Cina dall’inizio di questo mese è salito vertiginosamente: secondo la società di ricerca britannica Airfinity, ci sono oltre un milione di nuovi casi e almeno 5mila morti al giorno. Mentre secondo una stima della National Health Commission, riportata dalla Cnn, quasi 250 milioni di persone hanno contratto la Covid-19 nei primi 20 giorni di dicembre, pari al 18% della popolazione.

Le misure

Ma come sta affrontando la Cina questa nuova ondata di casi? Secondo dati ufficiali forniti da Pechino il numero di infezioni da Covid-19 è relativamente basso e addirittura esiguo per i decessi. Numeri, tuttavia, privi di significato dato che le autorità cinesi, da quando sono stati sospesi i test di massa e di conseguenza si è bloccato il sistema di tracciamento, non dispongono più di dati affidabili. Stanno, infatti, arrivando sempre più segnalazioni di ospedali sovraccarichi, alle prese con una nuova ondata di infezioni che sta mettendo a dura prova il sistema sanitario, ed è per questo che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha richiesto di fornire dati specifici sulla gravità della malattia e sui ricoveri ospedalieri. Il governo cinese, tuttavia, ha dichiarato di voler intensificare il suo programma di vaccinazione, prefissandosi l’obbiettivo di vaccinare, con le due dosi iniziali, il 90% degli over 80 entro la fine di gennaio.

I numeri

Secondo i dati ufficiali risalenti al mese di novembre, gli anziani vaccinati in Cina sono circa il 40% (due vaccinazioni e una dose di richiamo), una percentuale in netto miglioramento rispetto a qualche mese fa. Ad aprile 2022, meno del 50% delle persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni aveva ricevuto due dosi e un richiamo, e meno del 20% degli ultraottantenni. Una percentuale così bassa di anziani vaccinati, ricorda la Bbc, è dovuta al fatto che quando il governo ha iniziato a distribuire vaccini alla fine del 2020, ha dato la priorità alla popolazione in età lavorativa, non testando le sue vaccinazioni (Coronavac e Sinopharm) su un numero cospicuo di anziani, e lasciando così intendere che non si poteva affermare fossero sicuri per questa fascia d’età.

Il Paxlovid

Le vaccinazioni, secondo gli esperti, potrebbero però non essere sufficienti per fermare l’ondata di contagi, poiché la popolazione cinese è stata isolata così tanto che molte persone non hanno sviluppato la cosiddetta “immunità ibrida”, ossia quella data dalla vaccinazione a dall’esposizione al virus. È di qualche giorno fa, inoltre, la notizia che Pechino comincerà a somministrare ai pazienti Covid il farmaco Paxlovid di Pfizer, finora l’unico medicinale straniero approvato dalle autorità di regolamentazione cinese per l’uso sul territorio nazionale.

Le precauzioni negli altri Paesi

La nuova ondata in Cina preoccupa il mondo, a tal punto che alcuni Paesi stanno valutando e attuando diverse misure difensive. Ad esempio, in India i viaggiatori in arrivo dalla Cina dovranno mostrare l’esito del tampone negativo, mentre in Giappone è stato appena deciso l’obbligo di un tampone, come misura di emergenza temporanea contro l’aumento delle infezioni. Secondo Bloomberg, anche gli Stati Uniti potrebbero imporre misure restrittive simili, mentre l’Unione europea, non ha ancora preso alcuna misura, anche se, come ha ricordato un portavoce della Commissione “è stato mantenuto un freno di emergenza che potrebbe essere attivato, se necessario, per reintrodurre le restrizioni”. 

In Italia, invece, la regione Lombardia ha agito per prima, decidendo di richiedere (come misura di prevenzione finora non obbligatoria) all’aeroporto di Malpensa il tampone molecolare per tutti i passeggeri e gli operatori provenienti dalla Cina.

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