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È il caso delle startup incubate nell’acceleratore torinese Takeoff, nella galassia di Cassa depositi e prestiti. “Quello che chiedo all’industria, però, è chiarezza strategica – ha puntualizzato Saccoccia -, in maniera da aiutarci a vicenda”. Sul fronte politico, afferma il dirigente, c’è già stato un approccio con l’attuale esecutivo. “Nei giorni scorsi c’è stato un incontro alla Camera con illustri rappresentanti del governo: si tratta, quindi, di un tema già ascoltato. Ora vedremo se c’è la volontà di andare avanti”.
La diplomazia dello spazio
Anche perché la materia, al momento, è di competenza nazionale. Non esiste un regolamento europeo. Si tratta di interessi ad ampio spettro che possono integrarsi o confliggere, anche a livello continentale, tanto da richiedere il ricorso a quella che Saccoccia definisce una “diplomazia dello spazio”. “L’Asi – ricorda – possiede un network di relazioni enorme. E la capacità spaziale di un paese può essere impiegata in due modi: da una parte, come viatico per interagire con partner internazionali su temi di interesse del governo non necessariamente legati al settore e per offrire i propri servizi all’estero”.
L’Italia possiede già varie startup di punta in questo ambito, tra cui la comasca D-Orbit, ben affermata nel settore logistico in tutto il mondo, che ha cominciato nel 2011. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha stanziato le risorse e nei mesi scorsi l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha firmato un accordo di partnership con il Fondo europeo per gli investimenti per facilitare l’accesso ai capitali di rischio per le pmi e le startup del settore spaziale europeo. Quello che serve, dicono a Bruxelles, è triplicare i volumi, ma il comparto può diventare strategico, e Roma è messa bene, anche grazie a colossi come Leonardo.
Il settore, però, ha necessità di guardare lontano. In questo solco, il motto prescelto per la settantacinquesima edizione dell’International Astronautical Congress (Iac), previsto a Milano dal 18 al 24 ottobre 2024, sarà Responsible space for sustainability. Come spiega Erasmo Carrera, presidente dell’Associazione italiana di aeronautica e astronautica: “Le tecnologie dello spazio sono vitali per la vita sociale nel presente e per un futuro sostenibile; ma si tratta di una risorsa finita, un asset che abbiamo il dovere di preservare per le generazioni che verranno”. Insomma, siamo solo all’inizio della corsa.