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Negli ultimi mesi la bomba atomica è tornata a farci paura con la stessa intensità dei tempi della guerra fredda. Pare strano che dall’agosto 1945 – quando furono sganciate le uniche due bombe atomiche a uso bellico della storia – a oggi non sia mai uscito un libro che mette insieme tutte le opere culturali che parlano di atomica. A suonare strano è che il mercato statunitense e giapponese – i due più sensibili alla tematica dato che il Paese del primo l’ha sganciata e quello del secondo ne è stato devastato – non abbiano mai prodotto un testo che riunisse nelle stesse pagine tutto lo scibile umano con declinazione atomica. Ora è uscito un libro italiano, La trappola atomica. Come la bomba ha contaminato la cultura pop (Ultra edizioni, 2023) della giornalista Camilla Sernagiotto, un testo che vuole porsi come una sorta di “enciclopedia analitica” del peggior incubo dell’uomo, quello costruito con le sue stesse mani.
Un “tesoretto” che raccoglie orrori e devastazioni di matrice atomica per rendere più chiaro ai nostri occhi cosa potrebbe accadere se replicassimo l’errore madornale commesso il 6 e il 9 agosto del 1945.
Partendo dalla storia del Progetto Manhattan (il programma militare statunitense da cui tutto ebbe inizio nel deserto di Los Alamos, incubatrice del primo ordigno archetipico chiamato Gadget), La trappola atomica analizza poi tutti i vari passaggi che hanno portato allo sgancio delle bombe sulle due città giapponesi. E poi passa alla missione di questo testo: setacciare l’arte in ogni sua forma, scovandone i prodotti sulla bomba.
Da Andy Warhol e Banksy alle sculture di “creta radioattiva” di Tony Price
Nel capitolo inerente all’arte pittorica e scultorea, si parla della famosa pop art di James Rosenquist e Andy Warhol, delle bombe “lanciate” per strada dal famoso street artist Banksy così come delle meno note sculture fatte con “creta radioattiva” di Tony Price. L’autrice ha contattato alcuni degli artisti ancora viventi (oppure gli eredi di quelli defunti) per capire assieme a loro in che modo la bomba atomica innervi il tessuto culturale della nostra società. Uno di questi è Jim Sanborn, famoso per la sua opera crittografica intitolata Kryptos, situata nel quartier generale della CIA a Langley, in Virginia, e citata nel romanzo di Dan Brown del 2009 The Lost Symbol.
Jim Sanborn e i suoi modellini atomici ed esperimenti nucleari
“A me non interessava Kryptos bensì le sue numerose opere con modellini atomici ed esperimenti storici relativi all’atomo” racconta Camilla Sernagiotto. “Sanborn è riuscito a ricreare nei minimi particolari gli ordigni nucleari e i laboratori dei padri putativi delle bombe. Alla mia domanda su quale sia il messaggio delle sue opere sul Progetto Manhattan e la bomba, ha risposto così: ‘Ho sentito che era importante dimostrare l’idea spaventosa che è facile costruire una bomba nucleare se hai l’uranio o il plutonio. Le informazioni erano e sono disponibili da fonti pubbliche. È quindi estremamente importante proteggere i materiali nucleari’. Alla fine dell’intervista, io e Jim Sanborn ci siamo salutati e gli ho chiesto se crede che l’arte e la cultura che parlano della bomba possano aiutare a fungere da deterrente affinché nessun ordigno nucleare venga mai più utilizzato” spiega Sernagiotto. E Jim Sanborn ha detto ciò che è anche il fine dichiarato del libro La trappola atomica: “No, non sono convinto che l’arte possa essere un efficace deterrente, può solo ricordare all’umanità l’errore che hanno commesso”.
La cultura può fare ricordare all’umanità i due errori chiamati Little Boy e Fat Man
Ricordare all’umanità quei due errori, chiamati Little Boy e Fat Man, questo è l’obiettivo che Camilla Sernagiotto si è prefissata. In questo “atlante” delle tante varianti dell’apocalisse descritte dagli autori della cultura del Novecento e del Nuovo Millennio non manca all’appello nessuna delle branche artistiche: c’è la letteratura, il teatro, i fumetti, la musica. E ancora: videogiochi, cinema, radio, televisione, giornali, riviste, serie televisive, persino cartoni animati. Per approfondire ancora di più i vari argomenti, l’autrice ha interpellato alcuni dei più grandi esperti del nostro Paese, che le hanno concesso i propri contributi in materia di film, serie, videogiochi, fumetti e via dicendo.
La musica
Tra le sette note ci sono moltissimi esempi di canzoni atomiche. Bob Dylan, Crosby, Stills & Nash, i Jefferson Airplane e gli U2 (l’undicesimo album in studio di Bono & Co. si intitola How to Dismantle an Atomic Bomb, per esempio), ma anche gruppi punk meno conosciuti come i Circle Jerks, i Discharge, i Crass o anche i milanesi Wretched.