lunedì, Dicembre 30, 2024

Pasqua, perché i prezzi di benzina e diesel salgono

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Il prezzo dei carburanti torna a salire, con la benzina che sfonda in alcuni casi anche il tetto dei 2 euro al litro. Lo riporta l’agenzia Ansa, sottolineando come tale aumento sia stato quasi sempre l’amara sorpresa nell’uovo di Pasqua degli italiani, periodo della pandemia a parte.

A contribuire quest’anno al rincaro dei prezzi è stata in particolare la decisione dei paesi dell’Opec+ di tagliare da maggio la produzione di petrolio di circa un milione di barili al giorno. Le quotazioni internazionali dell’oro nero sono aumentate, superando gli 80 euro al barile e facendo salire il prezzo della benzina proprio nel periodo in cui milioni di italiani sono pronti a mettersi in viaggio per le vacanze pasquali. Tutto questo si tradurrà, secondo le associazioni dei consumatori, in un aumento di 120 milioni di euro della spesa per gli spostamenti per le festività.

In autostrada

I dati rilevati da Staffetta quotidiana e riportati da agenzia Ansa fotografano chiaramente l’aumento dei prezzi del carburante: in autostrada il servito supera abbondantemente quota 2 euro, con il diesel che vola addirittura a 2,218 euro al litro.

Per quanto riguarda il self service, la benzina è invece a quota 1,872 euro al litro, con un aumento di sette millesimi rispetto alla rilevazione della settimana precedente, mentre il gasolio costa 1,771 euro al litro, due millesimi in più. In autostrada, per la prima si paga 1,937 euro al litro, per il secondo 1,852.

Il rialzo

Il rialzo dei prezzi della benzina registrato lungo la rete italiana – denuncia in una nota il presidente di Assoutenti Furio Truzzipotrebbe essere frutto di manovre speculative in vista delle partenze degli italiani per le festività di Pasqua. Dopo la decisione di domenica dell’Opec+ di tagliare la produzione, le quotazioni del petrolio hanno registrato nelle ultime ore una tendenza al rialzo che tuttavia non giustifica in alcun modo i rincari dei listini ai distributori

I prezzi del Wti e del Brent – prosegue – sono infatti del tutto in linea con le quotazioni registrate a inizio marzo, pari rispettivamente a 80 e 85 dollari al barile, e anche nell’ipotesi in cui il petrolio dovesse subire repentine fiammate, gli effetti alla pompa si vedrebbero solo dopo alcuni giorni”.

Chiediamo al governo – conclude Truzzi – di attivarsi tempestivamente, disponendo controlli da parte della Guardia di Finanza e di Mister Prezzi, tesi a bloccare sul nascere eventuali speculazioni a danno dei consumatori”.

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