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L’evento climatico estremo che a maggio ha innescato l’alluvione in Emilia Romagna ha superato i record di precipitazioni degli ultimi cento anni registrati nello stesso periodo primaverile. I rapporti pluviometrici regionali indicano livelli di precipitazioni giornaliere cumulate tra i 200 e i 480 millimetri, con le piogge di tre mesi cadute in appena tre giorni ad inizio maggio. Mentre la siccità dei mesi precedenti ha seccato così tanto i terreni da impedirgli di assorbire in tempo l’enorme massa d’acqua, causando esondazioni e frane.
“Questo è il nuovo clima, ormai non è più un modello ma una realtà”, avvertiva su Repubblica il meteorologo Pierluigi Randi, presidente dell’Associazione meteo professionisti (Ampro), già il 3 maggio scorso, mentre le prime esondazioni e allagamenti colpivano l’Emilia Romagna. Una crisi che ha continuato ad aggravarsi fino al 17 maggio, mantenendo la regione in stato di massima allerta meteo.
La situazione meteo
Come riporta il sito della regione Emilia Romagna, al 17 maggio i bacini romagnoli del Reno sono in piena nelle sezioni montane e le piogge continueranno per tutta la giornata sulle zone centrali e orientali della regione, con un conseguente innalzamento dei livelli idrometrici nelle valli. In alcuni punti, sottolinea il sito, come in corrispondenza dell’idrometro di Sant’Agata sul Santerno, non è stato possibile rilevare i livelli, perché superiori a quelli misurabili dagli strumenti e ai massimi storici registrati.
Le vittime
Sono cinque i morti accertati dovuti all’alluvione in Emilia Romagna. Tra costoro 3 uomini, rimasti uccisi tra la provincia di Ravenna, Forlì e Cesena. Sempre tra Forlì e Cesena risultano anche 2 persone disperse, mentre una terza è stata ritrovata viva nella mattina del 17 maggio. Mentre le persone evacuate hanno raggiunto quasi le mille unità, di cui più di 500 nel Ravennate, circa 200 in provincia di Bologna, 164 tra Forlì e Cesena, 10 nel Modenese e 3 nel Reggiano.
I fiumi
I fiumi Idice, Quaderna, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone Marzeno, Montone, Savio, Pisciatello, Lavino, Gaiana e Ronco, in totale 14 corsi d’acqua, sono esondati causando inondazioni in tutta la regione. Altri 19 hanno superato il livello 3 di allarme e sono il Savena, il Lamone, il Sillaro, il Senio, il Savio, il Marecchia, il Pisciatello, il Marzeno, l’Ausa, l’Uso, il Montone, il Voltre, il Rubicone, l’Idice, il Rabbi, il Ronco, il Sintria, il Santerno e il Quaderna.
I comuni allagati
Si tratta di Bologna, Budrio, Molinella, Medicina, Castel San Pietro, Imola, Mordano, Conselice, Lugo, Massalombarda, Sant’Agata sul Santerno, Cotignola, Solarolo, Faenza, Castel Bolognese, Riolo Terme, Bagnacavallo, Forlì, Cesena, Cesenatico, Gatteo Mare, Gambettola, Savignano sul Rubicone e Riccione. In totale 23 comuni.
Di conseguenza le amministrazioni hanno chiuso le scuole e bloccato gran parte dei treni in transito tra Emilia, Romagna e Marche. Chiuso anche il casello di Pesaro in direzione nord dell’autostrada A14, per la presenza di un sottopasso.
Le frane
Negli ultimi giorni sul versante appenninico sono stati segnalati più di 250 dissesti in atto con conseguenti frane e smottamenti di terreno.
I danni
Per ora, un conteggio parziale dei danni arriva dalla Coldiretti, con una stima pari a circa 300 milioni di euro subiti dalle attività agricole e dalle infrastrutture, con migliaia di ettari di terreno coltivato e macchinari finiti sott’acqua. Mentre non sono ancora stati valutati i danni infrastrutturali alle città, dove intere vie e abitazioni sono state distrutte dalle esondazioni.
I soccorsi
In azione per contenere il fenomeno e salvare le persone sono stati già schierati centinaia di volontari della protezione civile dell’Emilia Romagna e circa 927 volontari da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento e altre organizzazioni nazionali. Già operativi anche 510 Vigili del fuoco, e altri 100 in arrivo, con 3 elicotteri che stanno operando da questa notte nel cesenate.
Inoltre, il Comando operativo di vertice interforze (Covi) ha attivato altri 5 elicotteri, 9 gommoni e 6 lagunari, oltre a 12 unità operative per il controllo degli argini, un aeromobile a pilotaggio remoto pronto per il monitoraggio e 7 battelli gonfiabili. Mentre la Capitaneria di porto nazionale sta fornendo altri 3 elicotteri, un aereo, 2 battelli e 12 subacquei per le operazioni di soccorso. Operativa anche la Croce Rossa Italiana con 116 volontari e il Soccorso alpino altri 136, più 12 operatori alluvionali e 3 ambulanze fuoristrada.