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“La sua profondità rappresenta una sfida, ci sono forti correnti nel sito e non ci è permesso toccare nulla per non danneggiare il relitto”, ha spiegato Gerhard Seiffert di Magellan, che ha guidato la spedizione. “L’altra sfida è che bisogna mappare ogni centimetro quadrato, anche parti poco interessanti, come il fango sul campo di detriti”. La scansione, infatti, mostra sia la nave nella sua interezza, sia alcuni minuscoli dettagli, come il numero di serie su una delle eliche. La prua, ricoperta di stalattiti di ruggine, è ancora riconoscibile, mentre la poppa, crollata mentre scendeva nel fondo del mare, è un caos di metallo. Nel campo di detriti circostante, inoltre, si possono osservare diversi oggetti, tra cui statue, bottiglie e scarpe.
Parks Stephenson, che ha studiato il Titanic per molti anni, ha raccontato alla Bbc News di essere rimasto sbalordito quando ha visto per la prima volta le nuove scansioni. “Ti permettono di guardare il relitto come non potrai mai vederlo da un sommergibile. E quello che ti stanno mostrando ora è il vero stato del relitto”. Dato che il mare lo sta lentamente divorando, come sanno bene gli studiosi, il tempo per riuscire a rispondere alle tante domande, come il tipo di collisione con l’iceberg e i meccanismi con cui la nave si è adagiata sul fondo del mare, è davvero poco. La nuova scansione, fortunatamente, ha “congelato” il Titanic in tempo e consentirà agli esperti di studiare attentamente ogni minimo dettaglio.