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È di nuovo la stagione dell’allergia. Se siete tra le persone che soffrono di rinite allergica, l’arrivo della primavera suscita emozioni contrastanti: le giornate che si allungano, infatti, sono accompagnate da prurito agli occhi, naso che gocciola e da una caccia infinita e disperata agli antistaminici. Nei giorni in cui la quantità di polline in circolazione è più alta, le allergie stagionali prendono le sembianze di un vero e proprio assalto, da parte del mondo esterno ma anche del nostro sistema immunitario.
Il numero complessivo delle persone che soffrono allergia è in aumento. Se nel 1997 circa lo 0,4 per cento dei bambini statunitensi aveva ricevuto una diagnosi di allergia alle arachidi, nel 2008 la percentuale era salita all’1,4 per cento. Nel Regno Unito, i ricoveri ospedalieri causati da forme gravi di allergie alimentari sono triplicati tra il 1998 e il 2018. E mentre i tassi di asma – una malattia che spesso è provocata da allergie – si sono stabilizzati negli Stati Uniti, continuano a crescere a livello globale per via dell’aumento dei casi nei paesi in via di sviluppo. Stiamo anche assistendo a un aumento di allergie insolite, come la sindrome di alfa-gal, che porta alcune persone che vengono morse da un particolare tipo di zecca a sviluppare forti reazioni avverse alla carne rossa.
Osservando questi numeri, è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che da qualche parte ci sia un problema. Che sia il mondo esterno, il nostro corpo o la complessa interazione tra i due, qualcosa sta andando storto. La domanda è perché, e cosa possiamo fare?
Fenomeno sfaccettato
Un buon punto di partenza è cercare capire cosa sono le allergie. Nel suo libro Allergic: How Our Immune System Reacts to a Changing World, l’antropologa medica Theresa MacPhail cerca di fare proprio questo. Una teoria è che le reazioni allergiche si siano evolute per permettere al corpo di espellere agenti cancerogeni e tossine, dalle punture di insetti ai morsi di serpente. Come spiega un ricercatore a MacPhail nel libro, anche qualche secolo fa una risposta immunitaria estrema a un morso di serpente potenzialmente fatale poteva rappresentare il modo trovato dall’organismo per reagire.
Il mondo però cambia, e il nostro sistema immunitario iperattivo ha iniziato a sembrare incapace di tenere il passo delle minacce che siamo chiamati ad affrontare. Di sicuro il fatto che le stagioni di coltivazione delle piante si stiano allungando non aiuta, anticipando sempre di più ogni anno che passa l’esposizione ai pollini. Allo stesso tempo, l’evoluzione delle diete e degli stili di vita sta mettendo in crisi il nostro microbioma, aumentando forse le probabilità che i bambini sviluppino una sensibilità agli allergeni alimentari. Anche lo stress potrebbe influenzare la nostra suscettibilità alle allergie: sappiamo per esempio che nelle cellule dei topi gli ormoni dello stress provocano una risposta simile a quella dei fattori di stress allergico.