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I cybercriminali della Corea del Nord hanno rubato criptovalute per un valore di 200 milioni di dollari per finanziare i progetti nucleari del paese. Lo rivela TRM Labs, una società di intelligence molto attiva nel settore delle blockchain, che già lo scorso giugno aveva fatto notare “un notevole aumento delle dimensioni e della portata degli attacchi informatici contro le imprese legate alle criptovalute da parte della Corea del Nord”, precisando che questo coincideva “con un’apparente accelerazione dei programmi nucleari e missilistici del paese”. Già qualche mese prima, però, era stata la società di analisi Chainalysis a dichiarare che gli esperti del settore erano piuttosto convinti che il governo nordcoreano stesse utilizzando criptovalute rubate “per finanziare i suoi programmi di armi nuclear”.
D’altronde, la Corea del Nord non ha molte altre possibilità per finanziare i suoi progetti “militari”. Dopo il primo test nucleare nel 2006, infatti, le Nazioni Unite hanno imposto sanzioni severe per limitare i programmi nucleari e missilistici del paese, impedendogli di fatto l’accesso a qualunque fonte di finanziamento. Ricorrere alle criptovalute rubate dai pirati informatici, quindi, è la sola soluzione possibile per sostenere la ricerca nordcoreana in campo nucleare. “Sono sottoposti a uno stress economico piuttosto grave a causa delle sanzioni internazionali. Hanno bisogno di ogni dollaro possibile. E questo è ovviamente un modo molto più efficiente per la Corea del Nord di fare soldi”, ha commentato l’analista Nick Carlsen alla CNBC.
Non è un caso, quindi, che negli ultimi anni i portafogli di criptovalute siano diventati gli obiettivi prediletti di moltissimi attacchi informatici. Solo nel 2022, per esempio, sono stati rubati ben 3,8 miliardi di dollari alle società del settore, sfruttando per lo più i loro protocolli finanziari decentralizzati. A marzo del 2023, invece, i funzionari statunitensi hanno accusato i cybercriminali nordcoreani di aver rubato la cifra record di oltre 600 milioni di dollari in asset crittografici dal popolare gioco Axie Infinity, utilizzando credenziali e password che erano state rubate in un attacco precedente. Insomma, nel corso degli anni i cybercriminali hanno accumulato non poco denaro da destinare ai progetti nucleari, ma ancora nessuno è riuscito a fermare questa situazione.