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Il pianeta Terra ha la febbre. O, per dirlo con la metafora utilizzata dagli autori della presente ricerca, ha la pressione un po’ troppo alta. Parliamo delle analisi condotte da un composito gruppo di ricercatori guidato da Katherine Richardson, docente di oceanografia biologica e capo del Sustainability Science Centre presso l’Università di Copenhagen (Danimarca). I risultati dello studio, appena pubblicato su Science Advances, mostrano che sei parametri soglia dei nove tenuti sotto monitoraggio sono stati superati. Questo non indica la catastrofe imminente, sottolineano gli autori, ma ci dice in sostanza che sono necessari maggiori sforzi, soprattutto istituzionali e politici, per garantirci un futuro su questo Pianeta.
Non solo cattive notizie
Che gli sforzi e le strategie messe a punto in passato a livello globale siano utili a cambiare il corso degli eventi lo dimostra l’unico andamento positivo riscontrato durante le analisi: quello riguardante i livelli ozono, sostanza che come sappiamo protegge la vita sulla Terra schermando parte dei raggi ultravioletti provenienti dal Sole. “Il limite per la riduzione dell’ozono è stato superato negli anni ’90 – spiega Richardson -, ma grazie alle iniziative globali, catalizzate dal Protocollo di Montreal, questo limite non viene più superato”. Il protocollo di Montreal, lo ricordiamo, è un trattato internazionale che è entrato in vigore a partire dal 1989 e che vincola gli Stati firmatari a limitare l’emissione di tutte quelle sostanze che rischiano di ridurre lo strato di ozono presente nella troposfera, cioè in quello strato di atmosfera che è a diretto contatto con la superficie terrestre.
Occhio a quei sei
Il cosiddetto planetary boundaries framework è un progetto introdotto a partire dal 2009, e quello appena pubblicato è il terzo studio di valutazione globale di quelli che potremmo definire gli indici di salute del nostro Pianeta. È il primo, tra l’altro, a riportare i risultati relativi a tutti e nove i parametri monitorati. Questi includono, fra gli altri, i livelli di utilizzo delle riserve di acqua dolce, la concentrazione atmosferica di CO2, i livelli di acidificazione degli oceani, l’integrità della biosfera – intesa nel senso di conservazione della biodiversità e degli elementi che la proteggono.