sabato, Dicembre 21, 2024

Buchi neri, forse sono più vicini di quanto pensassimo

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Un team di astronomi ha trovato la prova che non è necessario viaggiare molto lontano per trovare dei buchi neri: all’interno dell’ammasso delle Iadi, a soli 159 anni luce di distanza dal nostro pianeta, ce ne sarebbero infatti almeno tre.

Un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Monthly Notice of the Royal Astronomical Society suggerisce l’esistenza di tre buchi neri in un gruppo di stelle relativamente vicino al sistema solare. Utilizzando un processo di modellazione e simulazione, gli astronomi hanno esaminato l’evoluzione e la distribuzione delle stelle nell’ammasso delle Iadi e hanno scoperto che la loro posizione si spiega con la presenza di questi corpi celesti, caratterizzati da un campo gravitazionale così forte che non permette nemmeno alla luce di sfuggire.

Le Iadi sono un ammasso aperto di circa 200 stelle nella costellazione del Toro. Recenti ricerche indicano che sono composte principalmente da giovani stelle che si sono formate dalla stessa nube di gas e polvere circa 600 milioni di anni fa. Sono visibili dalla Terra e si trovano vicino alla gigante rossa Aldebaran, che le rende facilmente identificabili.

Grazie al satellite Gaia dell’Agenzia spaziale europea (Esa), gli astronomi hanno iniziato a generare mappe delle stelle nell’universo visibile. Il satellite, lanciato nel 2013, ha permesso di conoscere per la prima volta con grande precisione la posizione e la velocità delle stelle che fanno parte delle Iadi.

I dati raccolti da Gaia sono stati utilizzati all’interno di simulazioni realizzate con supercomputer. Queste informazioni, insieme a quelle arrivate da altri satelliti – come l’età dell’ammasso, la composizione chimica e la fase di vita delle stelle – hanno portato i ricercatori a concludere che all’interno o in prossimità delle Iadi potrebbero esistere dei buchi neri. L’influenza gravitazionale dei corpi celesti avrebbe contribuito all’attuale mappa cosmica dell’ammasso.

Questi tre buchi neri potrebbero essere i più vicini al sistema solare. Finora gli scienziati ritenevano che il buco nero più prossimo alla Terra si trovasse a 1600 anni luce di distanza e avesse una massa dieci volte superiore a quella del Sole. Gaia BH1, come è stato ribattezzato il buco nero, è stato rilevato sempre con l’aiuto del satellite dell’Esa, in questo caso nel 2022. La sua esistenza è stata determinata grazie alla posizione di una stella che gli orbita intorno in un sistema binario.

Gli astronomi stimano che nella Via Lattea ci siano circa cento milioni di buchi neri di dimensioni e masse diverse. Tra questi, il più importante è Sagittarius A, il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, distante 26mila anni luce da noi. Lo studio di questi fenomeni è utile per comprendere meglio la natura dello spazio, del tempo, della gravità e delle leggi fisiche fondamentali.

Il sistema solare, insomma, continua a riservare sorprese. Recentemente, una simulazione dei detriti presenti nella Fascia di Kuiper ha rivelato che, nascosto nella regione trans-nettuniana, potrebbe esserci un pianeta di proporzioni simili alla Terra.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.

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