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Non si può parlare di emergenza, ma i casi di Covid-19 in Italia, così come in molte altre parti del mondo, stanno tornando a salire. Colpa delle nuove varianti emergenti di Sars-Cov-2, in particolare dei ceppi virali ricombinanti di omicron come XBB.1.5, EG.5 e suoi sottolignaggi, e BA.2.86 (che però non è ancora stata rilevata nel nostro Paese, stando a quanto comunicato nell’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità). Ma cosa cambia all’atto pratico per test e vaccini?
Le cose da sapere:
- I test rapidi sono ancora affidabili?
- I tamponi torneranno obbligatori? E chi deve farli oggi?
- Vaccini: chi e quando?
I test rapidi sono ancora affidabili?
Così come era successo quando emerse omicron nel 2022, anche oggi con queste nuove varianti, che portano molte mutazioni rispetto alle versioni precedenti di Sars-Cov-2, ci si chiede se i test rapidi (i tamponi antigenici, che rilevano la presenza del virus in un campione prelevato da naso e gola, e che si possono fare a casa o in farmacia) siano ancora in grado di dare una risposta affidabile, per sapere se una persona ha un’infezione da Sars-Cov-2 in corso oppure no. Un quesito legittimo, che anche gli scienziati si sono posti e che stanno cercando di verificare.
Una risposta definitiva per quanto riguarda la sensibilità dei tamponi antigenici rapidi per queste nuove varianti, infatti, non c’è, ma i dati delle verifiche su varianti precedenti rispetto al virus “originale” lasciano pensare che la loro validità possa reggere anche stavolta. Uno studio pubblicato sul Lancet Infectious Diseases a marzo scorso ha confrontato gli esiti restituiti da kit differenti in momenti diversi della pandemia (durante l’ondata di alpha, di delta e poi di omicron). La ricerca ha mostrato che, quando comparati con i risultati dei test molecolari (i test pcr, quelli ritenuti più affidabili ed effettuabili solo in laboratorio, gli unici che possono confermare la diagnosi), la sensibilità dei test antigenici rapidi era in media del 63,2% (il valore è più alto in caso di persona sintomatica e più basso con una asintomatica). Inoltre, gli esperti non hanno trovato differenze di sensibilità tra una variante e l’altra. In attesa di nuove verifiche, non c’è motivo per non ritenere i tamponi rapidi uno strumento ancora utile per arrestare la catena di trasmissione del virus.
I tamponi torneranno obbligatori? E chi deve farli oggi?
Test rapidi e tamponi oggi non sono obbligatori per spostarsi, prendere i mezzi, andare al lavoro, etc. nemmeno per chi ha i sintomi tipici di un’infezione virale. Con un’eccezione. Proprio per evitare che il contagio si espanda là dove ci sono persone più fragili, in una sua recente circolare il ministero della Salute ha reintrodotto l’obbligo di test per l’accesso e la permanenza in alcune strutture, come ospedali e rsa.
Il tampone deve essere effettuato a pazienti sintomatici e anche a pazienti asintomatici in ingresso o in trasferimento in reparti “sensibili”. Anche per i pazienti che dichiarano di aver avuto un contatto stretto con un caso di Covid-19 nei 5 giorni precedenti è prevista l’effettuazione di un tampone. A visitatori e personale sanitario con sintomi riconducibili a Covid-19 sarà impedito l’accesso alle strutture. Invece, non è previsto per pazienti che non presentano sintomi ascrivibili a Covid-19 al triage effettuato all’accesso in pronto soccorso.
Vaccini: chi e quando?
Salvo diversa indicazione dei propri medici, gli esperti consigliano di aspettare l’arrivo dei vaccini anti-Covid aggiornati per il richiamo annuale. Le ultime versioni dei vaccini sono progettate sulla variante XBB.1.5 e secondo l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) sono efficaci anche contro altre sottovarianti di omicron, ossia quelle che stanno facendo salire i casi di infezione in questo periodo.
I nuovi vaccini dovrebbero essere disponibili in corrispondenza dell’inizio della campagna antinfluenzale (inizio ottobre), in modo tale che chi vuole possa effettuare sia la vaccinazione per l’influenza annuale sia quella per Covid-19 nello stesso momento. Come sempre, le categorie prioritarie sono anziani (over-60) e soggetti fragili (come persone immuno-compromesse o affette da malattie croniche), le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. In un secondo momento, l’offerta vaccinale sarà estesa al resto della popolazione.