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I dati, basati sulle interviste a un campione di 8mila persone, parlano chiaro: il 93,1% degli over 50 possiede uno smartphone, l’82% un pc, il 56,1% una smart tv; 3,8 milioni degli appartenenti a questa fascia d’età ha un abbonamento a una rivista o un magazine digitale, contro i 2,6 milioni dei 18-49 anni; su WhatsApp gli over 50 battono i 18-49 con una percentuale di penetrazione del 91% contro l’88% dei più giovani. La ricerca, dunque, mostra un’evidenza decisamente controintuitiva: oggi come oggi la digitalizzazione degli over 50 è pari a quella degli under 50, se non superiore in alcuni ambiti come l’e-commerce. Un ambito su cui battono tutti è il travel: 8,6 milioni di over 50 contro i 7,8 milioni dei 18-49 anni.
Online i sono prodotti che li attirano di più, come gli ebook, e altri invece che sentono più lontani, come i visori per la realtà virtuale, ma in generale c’è uniformità: “I social sono usati allo stesso modo, ma cambiano i tempi di permanenza e il tipo di interazione”. Poi ci sono dati eclatanti come l’utilizzo di TikTok da parte di tanti over 74: “Questa parte del sondaggio va soppesata bene, perché può essere che qualcuno abbia esagerato per mostrarsi più digitale di quello che è veramente, ma già che accennino a questa piattaforma, dicano di utilizzarla e di svagarsi con essa è un dato”, commenta sempre Giraldi. Al di là di tutto emergono nuove tipologie di individui, dai cultural pro (adulti istruiti che partecipano alla vita culturale) ai grandinfluencer (un targer iperconnesso sui social), passando per i forever young (cultori del benessere fisico e della cura di sé) e così via.
I super adulti che si approcciano alla tecnologia superano una serie di sfide progressive, quasi in un “viaggio dell’eroe” digitale: non si riconoscono infatti nella maggior parte della comunicazione che ritrae gli over 50, in più sono spessi ridotti a caratteri univoci quando invece questa fascia d’età mostra sfaccettature e personalità assai variegate; infine, c’è l’orgoglio di presentarsi al passo coi tempi. Ne risulta una fotografia molto più vivace e performante di quanto anche solo una ricerca immagini su Google (piena di uomini e donne sorridenti ma canuti e un po’ acciaccati) farebbe pensare: “Ogni generazione ce l’ha coi padri e coi nonni, ci si identifica in alcuni temi e per reazione ci si contrappone agli altri”, dice Giraldi riflettendo sull’origine di questi stereotipi ma anche sull’esigenza di superarli, dato che questi over 50 rappresentano il 50% del Pil italiano: “Noi vogliamo riflettere sul modo giusto di parlare alle persone, e il modo di parlare ai meno giovani oggi è comunque sempre digitale, con il vantaggio ulteriore di avere una più facile misurazione dei risultati”.