Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Sabato 23 settembre l’Ucraina ha ricevuto i primi carri armati Abrams M1 promessi dagli Stati Uniti. Lo ha annunciato lunedì 25 settembre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Al momento non si conosce il numero dei tank arrivati, ma qualche giorno fa Politico localizzava una decina di Abrams in Germania. In totale Washington invierà a Kyiv 31 carri armati e la consegna verrà completata nei prossimi mesi. Come scritto da Rainews, i mezzi americani sono stati prodotti dalla General Dynamics Corp e finanziati dal programma Ukraine security assistance initiative.
L’impiego degli Abrams M1
Nonostante i carri armati arrivino durante un rallentamento della controffensiva ucraina, è possibile che l’impiego degli Abrams non sia immediato. Il New York Times riporta le parole del capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov, per il quale i tank americani dovranno essere utilizzati “per operazioni specifiche”.
Sebbene dotati di grande resistenza (qualche mese fa Skytg24 scriveva che sono “tra i mezzi corazzati statunitensi più potenti, capaci di resistere – si dice – anche ad attacchi nucleari, biologici e chimici”), per Budanov la rapida spedizione degli Abrams M1 in prima linea rischia di portarli alla distruzione. Un utilizzo “ragionato” dei tank è suggerito anche da fonti militari statunitensi, che invitano Kyiv a scegliere con attenzione i luoghi e i momenti giusti per schierare gli Abrams M1.
Sempre Politico, inoltre, ricorda che le forze russe sono asserragliate nei circa mille chilometri di trincee costruite lungo la linea del fronte e fortificate da aree ampiamente minate. Il Corriere della sera scrive però che lo schieramento degli Abrams per sfondare le linee nemiche dovrà avvenire necessariamente prima dell’arrivo del maltempo e, dunque, del fango sul campo di battaglia, che potrebbe rallentare ulteriormente la controffensiva e “congelare” le posizioni di russi e ucraini.
La decisione statunitense
Dopo mesi di no a Kyiv, nel gennaio 2023 gli Stati Uniti hanno deciso di inviare i carri armati all’Ucraina. Una mossa che ha convinto anche Germania e Gran Bretagna a fare lo stesso, donando rispettivamente decine di carri armati Leopard tedeschi e quattordici Challenger di produzione britannica. Mentre nella primavera sono arrivati i carri armati britannici, nelle basi militari americane in Germania le forze ucraine hanno ricevuto l’addestramento per l’utilizzo degli Abrams M1. Sempre il New York Times riporta che circa duecento militari di Kyiv hanno partecipato a un corso intensivo di dodici settimane.
L’iniziale rifiuto degli Stati Uniti (e soprattutto della Germania) sul rifornimento di carri armati all’Ucraina era dovuto al timore che la concessione di questo tipo di armamenti a Kyiv avrebbe aumentato le tensioni con la Russia di Vladimir Putin, avvicinando l’Alleanza atlantica a uno scontro con Mosca. Dopo l’annuncio americano, gli studiosi hanno affermato che per vedere i carri armati Abrams sul campo di battaglia si sarebbe dovuto aspettare almeno un anno. Nove mesi dopo, ecco i primi tank statunitensi che arrivano in supporto a Kyiv. Si tratta di uno sforzo eccezionale dell’amministrazione statunitense, forse fatto anche in vista delle elezioni presidenziali del 2024.