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L’accordo transitorio siglato a maggio da Meta e Siae, in base al quale sulle piattaforme social del colosso di Menlo Park si era tornati ad ascoltare la musica tutelata dalla Società italiana degli autori ed editori dopo il mancato rinnovo delle licenze di marzo, sarà esteso dal 6 ottobre fino al 31 gennaio 2024.
Lo riporta l’agenzia Ansa, alla quale un portavoce della società proprietaria, tra le altre, di Instagram, Facebook e Whatsapp ha spiegato che “utenti e creator continueranno ad accedere al catalogo Siae mentre portiamo avanti le negoziazioni per un accordo a lungo termine“.
In primavera, dopo aver ricevuto la richiesta di accettare una proposta unilaterale da Meta, Siae aveva fatto sapere in una nota di non averla sottoscritta, trovando la controparte restia a condividere i dati di riproduzione delle singole nazioni. “Per noi – scriveva il direttore generale dell’organizzazione Matteo Fedeli – conoscere quanto Meta guadagni è fondamentale per poter capire l’offerta che ci fanno. Ma al netto del fatto che non fornisce informazioni, che già di per sé è una cosa grave, loro a un certo punto ci hanno messo di fronte a una cosiddetta offerta take it or leave it, ovvero ci hanno messo davanti un numero e hanno detto o vi prendete questo o arrivederci e grazie”.
“Abbiamo accordi di licenza – avevano fatto sapere da Meta – in oltre 150 paesi del mondo. Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae. La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta e, per questo motivo, a partire da oggi avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae all’interno della nostra libreria musicale”.
Dopo alcune settimane, era poi arrivato l’accordo transitorio tra le due parti, con scadenza prevista il 6 ottobre e “la speranza – affermavano da Menlo Park – di raggiungere un accordo a lungo termine”. Le trattative proseguiranno, ma intanto gli utenti dei social network di Meta potranno continuare a utilizzare i brani degli artisti tutelati da Siae nei loro contenuti almeno fino a gennaio.