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Il brutale attacco sferrato sabato 7 ottobre dalle brigate al-Qassam – il braccio armato del partito islamista palestinese Hamas – contro Israele è stato reso possibile dall’appoggio esterno fornito dall’Iran ai miliziani di Gaza. Almeno questo è quello che, pochi giorni fa, ha fatto sapere Abu Ubaida, un portavoce del Movimento della resistenza islamica. Tuttavia, al di là delle alleanze geostrategiche, l’organizzazione delle operazioni sul campo è probabilmente da attribuire a una sola figura: Mohammed Deif, il capo delle brigate al-Qassam.
Deif, ovvero “l’ospite”
Sebbene il suo nome sia da tempo conosciuto negli ambienti delle intelligence internazionali e dei media israeliani e palestinesi, si sa molto poco della sua figura. Poco prima dell’inizio delle operazioni militari di sabato scorso, Deif ha diffuso un messaggio audio annunciando l’imminente attacco e invitando i fedeli musulmani a unirsi alla lotta. La missione, chiamata ufficialmente “diluvio di al-Aqsa”, vorrebbe liberare la Striscia di Gaza e rivendica la spianata delle Moschee, luogo sacro delle tre religioni monoteiste (cristianesimo, ebraismo e islàm) situato a Gerusalemme.
Si tratta di una delle pochissime dichiarazioni pubbliche diramate da Deif da quando è leader delle milizie di Hamas. Anche del suo aspetto fisico si sa molto poco: l’unica fotografia che lo ritrae è stata scattata nel 2001, poco prima che Deif uscisse da un carcere gestito dall’Autorità nazionale palestinese (Anp).
Nato nel 1965 nel campo profughi di Khan Yunis situato nella Striscia di Gaza, Mohammed Deif si è unito ad Hamas alla fine degli anni Ottanta, ovvero in concomitanza con la fondazione dell’organizzazione, avvenuta nel 1987. L’adesione del giovane Deif a Hamas è attribuibile al suo avvicinamento, durante gli anni dell’università frequentata a Gaza, al partito dei Fratelli Musulmani. A partire dagli anni Novanta ha assunto un ruolo di rilievo sempre maggiore all’interno delle brigate al-Qassam fino a prenderne il controllo nel 2002, dopo l’assassinio di Salah Shehadeh, fondatore delle milizie. Secondo i servizi segreti israeliani, Deif è il mandante di diversi attentati suicidi condotti contro presìdi civili israeliani all’inizio degli anni Duemila.
Rainews riporta che negli ultimi vent’anni Deif è sopravvissuto a numerosi attacchi organizzati dall’esercito israeliano per ucciderlo. Nel 2014, in un raid condotto da Tel Aviv, ha perso la moglie e i suoi due figli (una di tre anni e uno di sette mesi). Deif è riuscito a sopravvivere anche a un attacco subito nel 2021. Nella mattinata di mercoledì 11 ottobre, Ansa ha fatto sapere che un bombardamento ha distrutto la sua casa e ucciso la sua famiglia. Del capo delle brigate al-Qassam, tuttavia, non si hanno ancora notizie.