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I parti prematuri sono un grave problema di salute pubblica a livello globale. Nel 2020 sono stati 13,4 milioni i casi registrati in tutto il mondo. Ciò significa che il 10% delle nascite avvenute durante l’anno si è verificato anticipatamente rispetto al periodo di gestazione previsto. È quanto è emerso da un nuovo rapporto presentato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) e dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine.
Lo studio, pubblicato su The Lancet, mostra che i casi di parto prematuro – e le complicazioni che ne conseguono – hanno causato la morte di un milione di bambini nel 2019, diventando così la principale causa di decesso nella popolazione di età inferiore ai cinque anni. La maggior parte dei casi si verifica nei paesi dell’Asia meridionale e nell’Africa subsahariana. “Molti sopravvissuti sviluppano difficoltà nell’apprendimento, disturbi comportamentali e disturbi della vista e dell’udito, che durano per tutta la vita“, si legge nello studio.
La ricerca si basa sui dati demografici sulle nascite avvenute prima delle 37 settimane di gestazione rappresentativi a livello nazionale di 103 paesi e regioni e relativi al periodo compreso tra il 2010 e il 2020. Gli esperti sono riusciti ad aggiornare l’andamento e la tendenza dei parti prematuri, dividendoli in sottogruppi per età di gestazionale. Lo scopo è quello di determinare l’andamento del fenomeno in termini di obiettivi sanitari globali.
I risultati indicano che il 65% delle nascite in questione si è verificato nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. In media, in queste regioni, il 13% dei bambini nasce prematuro. L’incidenza dei casi è molto elevata in Bangladesh (16,2%), Malawi (14,5%) e Pakistan (14,3%). Anche negli Stati Uniti e in Grecia si registrano tassi elevati, rispettivamente del 10 e dell’11,6%. L’incidenza aumenta nei casi di madri giovani con un’alimentazione scorretta, affette da malattie croniche o con pre-eclampsia.
Secondo lo studio, in nessuna parte del mondo è stato possibile arginare il problema in modo significativo. Il tasso globale di parti prematuri nell’ultimo decennio è diminuito solo dello 0,14%. Stando ai dati contenuti nel rapporto del March of Dimes, si potrebbero prevenire circa la metà delle nascite premature in quanto risultato di fattori sociali, economici, ambientali e di un accesso inadeguato alle cure prenatali.
I ricercatori non sono in grado di determinare l’impatto effettivo che il fenomeno ha a livello globale a causa della mancanza di dati relativi a molti paesi. Sono diversi, infatti, i casi di parti avvenuti in casa o al di fuori di strutture sanitarie certificate, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito, dove la percentuale ha raggiunto il 28%. “Gli stati dovrebbero dare priorità agli investimenti in questo campo per prevenire le nascite premature e garantire un’assistenza di qualità basata sull‘evidenza. È fondamentale migliorare la qualità e l’accessibilità dei dati, in modo che possano essere utilizzati per agire in questo ambito e stabilire le responsabilità“, raccomanda lo studio.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.