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Den Bosch (Paesi Bassi) – Una fabbrica è sempre una fabbrica, ma oggi le cose sono molto diverse rispetto al passato. Gli anni Cinquanta e Sessanta sono stati l’epoca della produzione di massa, ma da allora le richieste dei consumatori si sono spostate verso prodotti più personalizzati. Questo ha complicato la vita di chi progetta impianti industriali. Il futuro si muove velocemente e soddisfare le esigenze dei consumatori occidentali in settori come la cosmesi e l’abbigliamento non è facile. Inoltre, “ora ci sono vincoli che prima non esistevano o che avevano un peso diverso da quello attuale, come i rischi ambientali e politici”, dice Tim Foreman, direttore della ricerca e sviluppo di Omron, multinazionale giapponese dell’automazione industriale, e responsabile dello stabilimento olandese.
Tra cacciaviti elettronici e trasportatori robotici autonomi, Foreman, che ha una formazione in fisica, guida la fabbrica con una consapevolezza: “Quello che dieci anni fa ci sembrava intelligente secondo la nostra definizione, oggi ci sembra decisamente stupido“. I tempi cambiano.
Ci penseranno le macchine
Fare previsioni è sempre difficile, ma una cosa è certa: le fabbriche si stanno svuotando da anni, sostiene il dirigente, ed è difficile trovare personale preparato in grado di gestire i macchinari. La soluzione, dice, è che questi ultimi imparino a fare da sé, o, ancora meglio, che siano esseri umani esperti a insegnare loro i movimenti giusti, prima di godersi una meritata pensione. Questi robot potranno poi trasmettere ad altri le competenze appena acquisite.
Tuttavia questo cambiamento non sarà un processo breve. “La transizione tecnologica nell’industria va meno veloce di quello che si crede – riprende Foreman –. Quando parliamo del futuro tra cinque o vent’anni, dobbiamo considerare il tempo necessario a tutte le aziende per adattarsi ai cambiamenti. La sfida è sincronizzarli, soprattutto quando ci sono colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento e quando manca il passaporto digitale per i componenti“. Un altro aspetto da considerare è la cybersicurezza. “La fabbrica connessa è senza dubbio un’ottima cosa, ma pone sfide complesse quando si tratta di proteggere le informazioni da minacce che interferiscono con la produzione. Tutti conosciamo gli attacchi degli hacker”.