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Tim ha ricevuto dal fondo statunitense Kohlberg Kravis Roberts & Co (Kkr) l’offerta vincolante per Netco, spin-off della società di telecomunicazioni che comprende, oltre alla rete fissa, anche Fibercop, società della fibra di cui il fondo è già socio. Lo ha annunciato in una nota la mattina del 16 ottobre la compagnia amministrata da Pietro Labriola.
Per quanto riguarda invece la partecipazione detenuta da Tim in Sparkle, azienda che si occupa di cavi sottomarini, il fondo statunitense ha invece formulato una nuova offerta non vincolante, in attesa di procedere a un’offerta vincolante entro un paio di mesi, una volta terminate le attività di due diligence in corso. In questo senso, Kkr ha richiesto un periodo di esclusiva fino al prossimo 20 dicembre. Tale data è stata individuata anche come scadenza per discutere i termini di ulteriori estensioni dell’offerta su Netco, che scadrà invece l’8 novembre.
Al termine dell’analisi dell’offerta vincolante, questa sarà portata immediatamente all’esame del consiglio di amministrazione del gruppo Tim che, come riporta Il Sole 24 Ore, dovrebbe essere convocato straordinariamente prima proprio dell’8 novembre, data in cui è prevista la seduta del cda finalizzata all’approvazione dei dati trimestrali.
Secondo le ultime indiscrezioni rivelate dal quotidiano, l’offerta avrebbe avuto un ritocco verso l’alto, salendo rispetto ai 23 totali inizialmente previsti tra base e clausole varie. In Netco dovrebbero confluire circa 21.400 dipendenti, nonché un debito di circa 10 miliardi di euro. Questi numeri mal si conciliano, secondo Vivendi (primo azionista di Tim) con la sostenibilità della futura società dei servizi di telecomunicazioni, ServCo, che resterà dopo lo scorporo della rete e che, secondo la società francese, dovrebbe avere massimo 8mila dipendenti e 5 miliardi di debito.
Il gruppo presieduto da Vincent Bolloré è inoltre pronto alla battaglia su un altro punto. Sulla possibilità cioè che la partita sull’offerta di Kkr possa chiudersi direttamente nell’ambito del consiglio di amministrazione della società di telecomunicazioni italiana. Ipotesi che prevederebbe una eventuale assemblea con unico scopo consultivo.