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L’Italia ha ripristinato i controlli di frontiera al confine con la Slovenia. La sospensione del trattato di Schengen, che sancisce la libera circolazione transfrontaliera all’interno dei confini dell’Unione europea, è stata motivata in via emergenziale citando il pericolo di possibili attacchi terroristici. Si tratta però anche di nuova stretta contro i migranti in arrivo dalla rotta balcanica, che non c’entrano con il conflitto tra Israele e Hamas che ha fatto riaccendere l’allerta terrorismo in Europa.
“L’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa” ha scritto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in una comunicazione ufficiale “ha di fatto aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all’interno dell’Unione. Questo allarme, confermato da ultimo dai recenti attentati avvenuti in Francia e in Belgio, ha comportato l’innalzamento, anche da parte dell’Italia, delle misure di prevenzione e controllo del territorio nazionale e degli ingressi sullo stesso”.
Su X, l’ex Twitter, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato la notizia spiegando come “la sospensione del trattato di Schengen” si sia “resa necessaria” non solo per l’esacerbarsi del conflitto tra Israele e Hamas, ma anche per “l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica”. Sono quindi gli stessi migranti, e non solo i fondamentalisti religiosi, a rappresentare un elemento di rischio secondo il governo Meloni, tanto da sospendere Schengen.
Da quando partono i controlli
La presidente del Consiglio si è poi assunta “la piena responsabilità” della decisione, che riporterà Italia e Slovenia indietro di 30 anni a partire dal prossimo 21 ottobre. Da quel momento, tra i due paesi riprenderanno i controlli di frontiera per un periodo di 10 giorni, il massimo concesso dai regolamenti europei. Le proroghe successive potranno invece essere di 20 giorni ciascuna per un massimo di 2 mesi. Raggiunto questo termine il governo può attivare la procedura ordinaria per sospendere Schengen per un massimo di altri 4 mesi.
Nella comunicazione del ministero dell’Interno, vengono anche citati i dati degli ingressi di migranti in Italia da quando il governo Meloni è al potere. Si tratta di circa 140mila arrivi tramite la rotta del Mediterraneo centrale, circa l’85% in più rispetto all’anno precedente, e circa 16mila arrivi in Friuli Venezia Giulia. Situazione, quest’ultima, che secondo il ministero dell’Interno è causata dalle “misure di polizia al confine italo-sloveno” che non sarebbero “adeguate a garantire la sicurezza richiesta”.
La sospensione di Schengen al confine tra Italia e Slovenia è già stata comunicata al vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, alla commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson, alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, alla segretaria generale del Consiglio dell’Unione europea Thérèse Blanchet e ai ministri dell’Interno degli stati membri e dei paesi associati a Schengen. Oltre all’Italia, anche Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia hanno sospeso Schenghen per alcune loro frontiere.